John Simm
Consigli di visione
Cal McCaffrey, giornalista del The Herald, si ritrova invischiato in una storia più complicata del previsto quando un apparentemente ordinario articolo di cronaca lo porta a indagare sulla morte di Sonia Baker, caduta sotto a un treno in metropolitana. La ragazza lavorava per un vecchio amico di Cal, il parlamentare Stephen Collins, ma diventa sempre più chiaro che i rapporti tra i due non fossero semplicemente professionali. Quello di Sonia è stato un semplice incidente, o qualcuno l’ha uccisa? E perché? Cal e i suoi colleghi continuano le indagini scoprendo una realtà molto più complessa di come appariva in superficie…
Sono queste le premesse di State of Play, un thriller politico del 2003 formato da sei episodi, scritto da Paul Abbott e diretto da David Yates. John Simm interpreta il protagonista Cal, ma nella miniserie possiamo trovare molti altri attori che hanno lavorato in Doctor Who: David Morrissey, che ricopre il ruolo di Stephen Collins, è stato Jackson Lake nello speciale del 2008 The Next Doctor, Mark Warren era Elton Pope in Love & Monsters, mentre Bill Nighy ha interpretato la guida del Musée D’Orsay nell’episodio Vincent and the Doctor. Altri nomi notevoli del cast sono James McAvoy, Philip Glenister e Kelly MacDonald.
Simm si riconferma un valido interprete e, per chi è abituato a vederlo nei panni del Maestro, potrebbe essere interessante osservarlo in un ruolo completamente diverso, anche dal punto di vista recitativo: tanto il Maestro era enfatico e sopra le righe, tanto Cal è misurato e pacato nel muoversi e nell’esprimersi.
La serie è avvincente e coinvolgente, e permette un curioso tuffo in un passato piuttosto recente ma allo stesso tempo molto diverso dal presente, in cui il picco tecnologico era rappresentato dai Nokia 3310 e la skyline di Londra aveva molti grattacieli in meno.
Purtroppo State of Play è totalmente inedita in Italia, dove al contrario è noto il remake americano del 2009, un film questa volta, in cui il ruolo di Cal è interpretato da Russel Crowe.
Prima di interpretare il Maestro, John Simm aveva già viaggiato nel tempo… più o meno. Stiamo parlando della serie del 2006 Life on Mars, in cui l’attore interpreta il detective di Manchester Sam Tyler che, dopo un incidente d’auto, si risveglia nello stesso posto dov’era prima… ma nel 1973. È morto? In coma? Ha realmente viaggiato nel tempo? Non lo sa. Scopre però di essere un poliziotto anche in questa dimensione passata, e spera che le indagini lo portino prima o poi a scoprire cosa gli è successo. La peculiarità di Life on Mars è il saper coniugare il thriller con il period drama e con il sovrannaturale, creando un mix assolutamente unico. Alla trama verticale di ogni puntata, con il classico caso da risolvere, si somma quella orizzontale di un Sam spaesato e intenzionato a tornare indietro in tutti i modi, a cui sembra di ricevere dei messaggi dal 2006 e che è decisamente spiazzato da metodi e sistemi utilizzati dalla polizia degli anni Settanta, in particolare dal suo superiore Gene Hunt, interpretato da Philip Glenister.
John Simm dopo due stagioni ha deciso di abbandonare il ruolo, tuttavia il resto del cast è stato mantenuto per lo spin-off Ashes to Ashes, ambientato nella Londra degli anni Ottanta. Questa volta a ritrovarsi sbalzata in un altro tempo è Alex Drake, poliziotta e profiler interpretata da Keeley Hawes, che noi Whovians abbiamo anche visto nell’episodio Time Heist nei panni del Direttore Karabraxos e dei suoi cloni. Un altro membro del cast di Life on Mars e di Ashes to Ashes, Marshall Lancaster, era Buzzer nel doppio episodio The Rebel Flesh/The Almost People.
Anche Life on Mars ha avuto un remake statunitense, che parte dalle stesse premesse per poi discostarsi totalmente dall’originale.