Doctor Crew

di Dalek Oba

2017

Showrunner e Sceneggiatori

Russell T Davies

Stephen Russell Davies, più noto con il nome d’arte Russell T Davies, è nato a Swansea, in Galles, il 27 aprile 1963 dai genitori Vivian e Barbara, entrambi insegnanti. Da adolescente si unisce al gruppo teatrale West Glamorgan Youth Theatre Company (WGYTC), di fondamentale importanza non solo dal punto di vista artistico, ma anche da quello personale: Russell infatti intreccia una relazione sentimentale con uno dei compagni e, successivamente, fa coming out.
Si laurea a Oxford e vorrebbe lavorare nel mondo dei fumetti, ma desiste, essendo daltonico. Si fa così assumere dalla BBC Manchester, dove lavora per anni ai programmi per bambini e ragazzi, prima come produttore di Why Don’t You? (1988-1992), e poi come sceneggiatore di Breakfast Serials (1990). Seguono le miniserie Dark Season (1991) e Century Falls (1993).

Nel 1992 si traferisce alla Granada Television, prima sceneggiando Children’s Ward e, in seguito, lavorando anche per programmi per adulti, come The House of Windsor (1994) e Revelations (1994).
Per ITV crea il period drama The Grand (1997-1998) e collabora alla prima stagione di Touching Evil (1997). In seguito comincia a lavorare con la compagnia indipendente Red Productions, con cui crea il rivoluzionario Queer as Folk (1999-2000), sulla vita di un gruppo di omosessuali di Manchester (di cui è stato fatto anche un remake statunitense). Seguono la miniserie Bob and Rose (2001) e The Second Coming (2003), che ha per protagonista Christopher Eccleston. Nel 2004 scrive la sua prima serie ambientata in Galles, Mine All Mine e, l’anno successivo, la miniserie Casanova, con David Tennant.

Nel frattempo però la BBC gli ha affidato l’immane compito di riportare in vita Doctor Who, serie di cui Russell è fan fin da bambino. L’intenzione dello sceneggiatore è di mantenere solo le parti essenziali di tutta la storia precedente, concentrandosi più sul presente e sull’umanità. Lo show, ricominciato nel 2005, è un successo e non solo viene rinnovato, ma dà anche vita a due spinoff, Torchwood e The Sarah Jane Adventures. Nel 2010 Russell lascia il posto da showrunner della serie a Steven Moffat, pur continuando a seguire la produzione dei due spinoff fino al loro termine.

Nel 2011 riprende a lavorare per la tv dei bambini, con Wizards vs Aliens. Nel 2015 torna invece alle tematiche LGBT con un progetto che è una sorta di successore spirituale di Queer as Folk: le serie Cucumber e Banana, ambientate nello stesso universo narrativo, a cui si aggiunge il documentario online Tofu.
Russell è nominato O.B.E. (Officer of the Order of the British Empire) nel 2008.
Nel 2009 si trasferisce in California con il partner Andrew Smith ma, a causa di una grave malattia di Andrew, i due tornano a Manchester pochi anni dopo, preferendo stare vicino alle loro famiglie. La coppia si sposa nel 2012.

Russell T Davies ha scritto diversi episodi della prima stagione di Doctor Who, tra cui proprio Rose, il primo in assoluto, che vede il debutto di Christopher Eccleston nei panni del Nono Dottore e di Billie Piper in quelli della companion Rose Tyler.

Sempre di Davies è il doppio finale della prima stagione, Bad Wolf/ The Parting of the Ways, in cui il Dottore, Rose e Jack Harkness devono affrontare i Dalek, l’identità del misterioso Lupo Cattivo è finalmente svelata e… avviene la prima rigenerazione della nuova serie, dato che Christopher Eccleston passa il testimone a David Tennant.

Primo speciale di Natale e primo episodio del Decimo Dottore, che salva il mondo in pigiama e vestaglia, in un chiarissimo (e dichiarato) riferimento a Guida Galattica per Autostoppisti. E… sì, la sceneggiatura è sempre di Russell T Davies!

Dalla penna di Davies nasce un atterraggio del Tardis fuori tempo di un secolo, che ci porta nell’Epoca Vittoriana: il Dottore si spaccia per James McCrimmon (…non proprio un nome a caso) e parla con accento scozzese, arrivano i lupi mannari e viene fondato Torchwood che, al momento della prima messa in onda, era poco più che un nome ricorrente… forse la Regina Vittoria potrà anche dire che “non ci siamo divertite”, però… io sì. Un sacco.

Russell T Davies firma anche il doppio episodio conclusivo della seconda stagione Army of Ghosts/Doomsday. Potremmo ricordarlo per mille motivi: Torchwood One, i Cybermen, i Dalek, il ritorno dell’universo parallelo… ma sappiamo tutti qual è la prima cosa che ci viene in mente. Rose e il Dottore separati per sempre (sicuri?) in due mondi diversi, e quella frase che lui non riesce proprio a finire.

Donna Noble! Nel Tardis, all’improvviso… e non proprio di sua spontanea volontà. The Runaway Bride, secondo speciale natalizio scritto da Davies, si svolge tra spose che si teletrasportano, aracnoidi non molto pacifici e dolorose memorie del Dottore. Al termine dell’episodio, Donna gli ricorda quanto sia importante che viaggi con qualcuno ma, sorpresa! Quel qualcuno non sarà lei (per ora).

Judoon Platoon upon the Moon! Un intero ospedale viene portato sulla Luna, con all’interno il Dottore e Martha Jones, anche lei (quasi) dottore. Scopriamo che le tenere vecchine armate di cannuccia non sono effettivamente poi così tenere, e che indossare una sola scarpa non è proprio il massimo. Meglio scalzi! Martha salva il Dottore, il Dottore salva tutti e i due volano via nel Tardis. Abbiamo una nuova companion! Il tutto, sempre dalla penna di Russell T Davies!

Sono tre le parti in cui si divide il finale della terza stagione. Arriva Jack Harkness, “preso in prestito” da Torchwood… ma non è l’unica vecchia conoscenza del Dottore a comparire. Il ritorno del Maestro è “nascosto in piena vista” da Davies fin dalla seconda stagione e, se a posteriori è quasi facile ritrovare gli indizi sparsi, sul momento coglie tutti di sorpresa.

Bloccati in uno shuttle, circondati da estranei e impossibilitati a uscire, terrorizzati da una minaccia invisibile ma presente, che si impossessa di una dei viaggiatori e comincia a farle ripetere tutto ciò che dicono gli altri. Come reagiranno? E come reagireste voi? Tutto questo è Midnight, scritto sempre da Russell T Davies.

Davies firma il doppio finale della quarta stagione e mega crossover tra Doctor Who, Torchwood e The Sarah Jane Adventures. I Dalek rubano la Terra, tornano companion vecchi e nuovi, ci sono due Dottori, anzi no, tre (ma non chiedete a Jack Harkness cosa ne pensa)! Di tutto questo, però, Donna non ricorderà nulla.

Tutto giunge a un termine, e la storia del Decimo Dottore non fa eccezione. Non solo, il doppio The End of Time segna anche la fine dell’avventura di Russell T Davies come showrunner della serie. Ritorna il Maestro, ritornano i Signori del Tempo, e poi anche il Dottore ritorna, ritorna da ogni suo companion, per un ultimo saluto. Non vuole andarsene, però deve.

Russell T Davies non solo ha ideato Torchwood, ma ha anche scritto personalmente la sceneggiatura di alcuni episodi! Suoi sono il pilot, Everything Changes, in cui scopriamo Torchwood Three atrraverso gli occhi di Gwen Cooper, Day One, Day Three (scritto insieme a James Moran) e Day Five di Children of Earth e, infine, il primo e l’ultimo episodio di Miracle Day, The New World e The Blood Line (scritto con Jane Espenson).

Russell T Davies ha anche creato lo spinoff The Sarah Jane Adventures, di cui ha scritto il pilot Invasion of the Bane (insieme a Gareth Roberts), andato in onda il 1° gennaio 2007, e il doppio episodio della quarta serie Death of the Doctor (2010), in cui appaiono Matt Smith nei panni del Dottore e Katy Manning, che riprende il ruolo della companion Jo Grant.

Steven Moffat

Steven William Moffat nasce il 18 novembre 1961 a Paisley, in Scozia. Fin da piccolo è appassionato di Doctor Who e, in particolare, il suo Dottore preferito è il Quinto. Studia alla Camphill High School e alla University of Glasgow e, dopo la Laurea, comincia a lavorare cone insegnante alla Cowdenknowes High School di Greenock. Dopo tre anni e mezzo come professore, torna al suo vecchio amore per la scrittura – nato proprio grazie alla visione di Doctor Who – e debutta come sceneggiatore con la serie Press Gang (1989-1993), che vince anche un BAFTA.

Nel frattempo però la sua vita privata è segnata dalla fine del suo matrimonio; la situazione è dolorosa, ma lo ispira a ideare la sitcom Joking Apart (1991-1995), basata proprio sulla sua esperienza personale. Successivamente scrive tre episodi di Murder Most Horrid (1994-1999) e la serie Chalk (1997), basata sul suo lavoro come insegnante.
Nel 1996 conosce la produttrice Sue Vertue, di cui si innamora. La relazione sentimentale tra i due è strettamente legata a quella professionale: si sposano e hanno due figli, Joshua and Louis Oliver e, nel frattempo, lasciano le rispettive compagnie produttrici per andare a lavorare insieme alla Hartswood Films di Beryl Vertue, madre di Sue. La nuova felicità sentimentale, ritrovata con Sue, ispira Moffat a creare una nuova sitcom, Coupling (2003), basata proprio sull’evolversi della loro relazione.
Nel 2007 realizza invece Jekyll, una trasposizione in chiave moderna di The Strange Case of Dr Jekyll and Mr Hyde. Contribuisce inoltre alla sceneggiatura del film di Spielberg The Adventures of Tintin: The Secret of the Unicorn (2011). Nel frattempo, insieme all’amico e collega Mark Gatiss, comincia a progettare una serie su Sherlock Holmes ambientata nel Ventunesimo Secolo. Nell’estate del 2010 Sherlock (2010-2017) debutta ufficialmente sulla BBC e, in breve, raggiunge un enorme successo.

A partire dal 2004, Steven Moffat scrive alcune sceneggiature per il reboot di Doctor Who e i suoi episodi vengono apprezzati da pubblico e critica: vince tre Hugo Award for Best Dramatic Presentation, Short Form di fila e, per Blink, un BAFTA Craft Award for Best Writer e un BAFTA Cymru Award for Best Screenwriter. Sempre Blink viene votata miglior storia del 2007, e Moffat miglior scrittore, dai lettori di Doctor Who Magazine.
Dal 2010 lavora per la serie “a tempo pieno”, dato che diventa il suo showrunner, sostituendo Russel T Davies. Proprio quest’anno Moffat passerà a sua volta il testimone a Chris Chibnall.
Steven Moffat è nominato nel 2015 Officer of the Order of the British Empire (OBE).

Durante il Blitz su Londra, nel mezzo dei bombardamenti, un bambino cerca con determinazione la sua mamma, con inquietanti risultati. Fa il suo debutto Jack Harkness, che sceglie di restare sul Tardis, il Dottore balla e, per una volta, tutti vivono! Il doppio episodio The Empty Child/The Doctor Dances è il contributo di Steven Moffat alla prima stagione del reboot di Doctor Who.

Cosa ci fa un cavallo su un’astronave? Più che altro, cosa ci fa la Francia pre rivoluzionaria su un’astronave??? Ispirato dal romanzo The Time-Traveler’s Wife, Steven Moffat crea un episodio, The Girl in the Fireplace, pieno di viaggi nel tempo, astronavi e androidi… ma, soprattutto, di romanticismo. E Sophia Myles nei panni di Madame de Pompadour è semplicemente splendida.

Lo sapevate che Blink è stato scritto quasi per caso?
Moffat avrebbe dovuto sceneggiare il doppio episodio Daleks in Manhattan/Evolution of the Daleks ma, essendo impegnato con altri lavori, dovette rinunciare, offrendosi in cambio per scrivere l’episodio “Doctor-lite” (ovvero con una presenza molto ridotta del Dottore) della stagione e… voilà, ecco Blink!

Un pianeta pieno di libri!!! Peccato per le ombre poco accoglienti… in Silence in the Library/Forest of the Dead, sempre scritti da Steven Moffat, il Dottore affronta i Vashta Nerada e incontra per la prima volta River Song… che, al contrario, pare conoscerlo piuttosto bene. Il tempo può essere riscritto, ma non sempre è giusto farlo. Ed è vero che tutti muoiono… ma questo non vuol dire che il Dottore lo accetti e basta. 

Avete mai visto il minisodio del 2007 Time Crash, in cui il Decimo Dottore ha un breve ma divertente incontro con il Quinto? E soprattutto, sapete che lo ha scritto Steven Moffat?

 “Is this world protected? Because you’re not the first lot to have come here, oh there have been so many! And what you’ve got to ask is: What happened to them? Hello. I’m the Doctor. Basically… run!”

“Questo mondo è protetto? Perchè non siete i primi a venire qui, oh ce ne sono stati così tanti! E quello che vi dovete chiedere è: cosa è successo a loro? Salve. Sono il Dottore. In pratica… scappate!”

“Hello, Stonehenge! Who takes the Pandorica, takes the universe! But bad news, everyone, ‘cause guess who! Ha! Listen, you lot! You’re all whizzing about; it’s really very distracting. Could you all just stay still a minute, because I! AM! TALKING! Now, the question of the hour is: who’s got the Pandorica? Answer: I do. Next question: Who’s coming to take it from me? Come on! Look at me! No plan, no back-up, no weapons worth a damn! Oh, and something else, I don’t have anything to lose! So, if you’re sitting up there in your silly little spaceship with all your silly little guns, and you’ve got any plans on taking the Pandorica tonight, just remember who’s standing in your way! Remember every black day I ever stopped you, and then, and then, do the smart thing: Let somebody else try first.”

“Buonasera, Stonehenge! Chi si prende la Pandorica, si prende l’universo! Ma ci sono brutte notizie, gente, perché indovinate un po’ chi c’è? Sentite gente, state facendo una gran confusione, è molto fastidioso, potete fermarvi per un minuto? Perché IO! STO! PARLANDO! Bene, il quesito ora è: chi possiede la Pandorica? Risposta: io. Prossima domanda: chi è che vuole venirsela a prendere? Andiamo! Guardatemi! Nessun piano, nè rinforzi, nè armi degne di questo nome! Ah, c’è dell’altro, non ho assolutamente niente da perdere! Quindi, voi che state seduti sulle vostre stupide astronavi, con tutte le vostre stupide misere armi, e state pensando di venire a prendervi la Pandorica stanotte, ricordatevi di chi vi ritroverete davanti! Ricordatevi di tutte le dannate volte in cui vi ho fermati, e poi, e poi, fate la scelta più saggia: lasciate che sia qualcun altro a provarci.”

“- Doctor: Swear to me. Swear to me on something that matters.
– Amy: Fish fingers and custard.
– Doctor: My life in your hands, Amelia Pond.”

“- Dottore: Giuramelo. Giuramelo su qualcosa di importante.
– Amy: Bastoncini di pesce e crema pasticcera.
– Dottore: La mia vita è nelle tue mani, Amelia Pond.”

“- Rory: I have a message and a question. A message from the Doctor and a question from me. Where is my wife? Oh, don’t give those blank looks. The Twelfth Cyber Legion monitors this entire quadrant. You hear everything. So, you tell me what I need to know. You tell me now, and I’ll be on my way.
– Cyberman: What is the Doctor’s message?*explosions*
– Rory: Would you like me to repeat the question?”

“- Rory: Ho un messaggio e una domanda. Un messaggio dal Dottore e una domanda da me. Dove è mia moglie? Oh, non fate i finti tonti. La Dodicesima Cyber Legione controlla questo intero quadrante. Voi sentite ogni cosa. Quindi, ditemi quello che voglio sapere. Ditemelo subito, e io me ne andrò via.
– Cyberman: Qual è il messaggio del Dottore?*esplosioni*
– Rory: Che c’è, volete che ripeta la domanda?”

“There’s a little girl waiting in a garden. She’s going to wait a long while, so she’s going to need a lot of hope. Go to her, tell her a story. Tell her that, if she’s patient, the days are coming that she’ll never forget. Tell her she’ll go to sea and fight pirates. She’ll fall in love with a man who’ll wait 2000 years to keep her safe. Tell her she’ll give hope to the greatest painter who ever lived and save a whale in outer space. Tell her this is the story of Amelia Pond, and this is how it ends.”

“C’è una bambina che aspetta in un giardino. Aspetterà ancora per molto tempo, quindi avrà bisogno di molta speranza. Vai da lei, e raccontale una storia. Dille che, se sarà paziente, arriveranno dei giorni che non dimenticherà mai. Dille che vedrà e combatterà i pirati. Che si innamorerà di un uomo che ha aspettato 2000 anni per salvarla. Dille che darà speranza al più grande pittore mai esistito e che salverà una balena nello spazio. Dille che questa è la storia di Amelia Pond, ed è così che finisce.”

“There’s a man called the Doctor. He lives on a cloud in the sky and all he does all day, every day, is to stop all the children in the world ever having bad dreams”.

“C’è un uomo, chiamato il Dottore, che vive su una nuvola nel cielo e quello che fa tutto il giorno, ogni giorno, è impedire di far fare brutti sogni a tutti i bambini del mondo”.

“ – Doctor: Clara? In your book there was a leaf. Why?
– Clara: That wasn’t a leaf. That was page one”.

“ – Dottore: Clara? Nel tuo libro c’è una foglia. Perchè?
 – Clara: Non era una foglia. Era la prima pagina”.

“ – 11th Doctor: Look, my name, my real name… that is not the point. The name I chose is the Doctor. The name you choose is like a promise you make. He’s the one who broke the promise. He is my secret.
– War Doctor: What I did, I did without choice.
– 11th Doctor: I know.
– War Doctor: In the name of peace and sanity.
– 11th Doctor: But not in the name of the Doctor”.

“ – 11° Dottore: Ascolta, il mio nome, il mio vero nome… non è questo il punto. Il nome che ho scelto è il Dottore. il nome che scegli è come… è come una promessa che fai. Lui è colui che ha infranto la promessa. Lui è il mio segreto.
– Dottore Guerriero: Ciò che ho fatto, l’ho fatto perchè non avevo scelta.
– 11° Dottore: Lo so.
– Dottore Guerriero: In nome della pace e del buon senso.
– 11° Dottore: Però non l’hai fatto nel nome del Dottore”.

“I don’t suppose there’s any need for a Doctor anymore. Make me a Warrior now”.

“Presumo che non ci sia più bisogno di un Dottore ormai. Adesso fammi diventare un Guerriero”.

“ – 10th Doctor: All those years burying you in my memory.
– 11th Doctor: Pretending you didn’t exist. Keeping you a secret, even from myself.
– 10th Doctor: Pretending you weren’t the Doctor, when you were the Doctor more than anybody else.
– 11th Doctor: You were the Doctor on the day it wasn’t possible to get it right.
– 10th Doctor: But this time…
– 11th Doctor: …you don’t have to do it alone”.

“ – 10° Dottore: In tutti questi anni ti ho sepolto nella mia memoria.
– 11° Dottore: Facendo finta che non esistessi. Celando un segreto perfino a me stesso.
– 10° Dottore: Fingendo che non fossi il Dottore quando lo eri più di chiunque altro.
– 11° Dottore: Tu eri il Dottore in un giorno in cui non era possibile fare la cosa giusta.
– 10° Dottore: Ma questa volta…
– 11° Dottore: …non dovrai farlo da solo.”

 

“We all change. When you think about it, we’re all different people all through our lives, and that’s okay, that’s good, you gotta keep moving, so long as you remember all the people that you used to be. I will not forget one line of this. Not one day. I swear. I will always remember when the Doctor was me”.

“Tutti noi cambiamo. Se provi a pensarci, siamo tutti persone diverse nel corso di tutta la nostra vita, e va bene così, è bello, bisogna continuare a muoversi, non bisogna però dimenticare tutte le persone che siamo stati prima. Io non dimenticherò mai niente di quello che ho vissuto. Neanche un giorno. Lo giuro. Ricorderò quando il Dottore ero io per sempre”.

“You can’t see me, can you? You… you look at me and you can’t see me. Do you have any idea what that’s like? I’m not on the phone, I’m right here. Standing in front of you. Please, just… Just see me”.

“Non riesci a vedermi, vero? Mi guardi ma tu… non riesci a vedermi. Hai idea di come sia? Non sono al telefono sono qui. Sono di fronte a te. Ti prego, cerca… di vedermi”.

 “Listen… This is just a dream. But very clever people can hear dreams. So please, just listen. I know you’re afraid, but being afraid is alright. Because didn’t anybody ever tell you that fear is a superpower? Fear can make you faster and cleverer and stronger. And one day, you’re going to come back to this barn, and on that day, you are going to be very afraid indeed. But that’s ok. Because if you’re very wise, and very strong, fear doesn’t have to make you cruel or cowardly… fear can make you kind”.

“Ascolta… è solo un sogno, non temere. Ma le persone molto intelligenti possono sentirli. Quindi, per favore, ascolta. So che hai paura, ma avere paura non è sbagliato. Nessuno ti ha mai detto che la paura è un superpotere? La paura può renderti più veloce, più intelligente, più forte. E un giorno tu tornerai in questo granaio e quel giorno avrai ancora molta paura. Ma andrà tutto bene. Perché se sei saggio, e molto forte, la paura non ti rende crudele o codardo… la paura ti rende gentile”. 

“Attention! This is not a good day. This is Earth’s darkest hour. And look at you miserable lot! We are the fallen. But today, we shall rise. The army of the dead will save the land of the living. This is not the order of a general… nor the whim of a lunatic. This is a promise! The promise of a soldier! You will sleep safe tonight.”

“Attenti! Questo non è un bel giorno. È l’ora più oscura della Terra. Guardatevi, mucchio di miserabili! Noi siamo i caduti, ma oggi ci rialzeremo. L’esercito dei morti salverà la terra dei vivi. E non è un ordine di un generale, né la volontà di un pazzo. Questa è una promessa! La promessa di un soldato! Dormirai al sicuro stanotte.”

“If you have redeemed the Time Lords from the fire… do not lose them again. Take the darkest path into the deepest hell… but protect your own… as I have sought to protect mine. Did I do right, Doctor? Tell me. Was I right? I need to know… before the end. Am I a good man?”

“Hai redento i Signori del Tempo dal fuoco… non perderli di nuovo. Prendi il sentiero più oscuro, nell’inferno più profondo… ma proteggi il tuo popolo… come io ho cercato di proteggere il mio. Ho fatto bene, Dottore? Dimmelo. Avevo ragione? Ho bisogno di saperlo… prima della fine. Sono un uomo buono?”

“There’s this emperor and he asks this shepherd’s boy: ‘How many seconds in eternity?’ And the shepherd’s boy says: ‘There’s this mountain of pure diamond. It takes an hour to climb it, and an hour to go around it! Every hundred years, a little bird comes and sharpens its beak on the diamond mountain. And when the entire mountain is chiselled away, the first second of eternity will have passed!’ You must think that’s a hell of a long time…Personally, I think that’s a hell of a bird”.

“Raccontano di un imperatore che chiede a un pastorello: ‘Quanti secondi ci sono nell’eternità?’ E il pastorello risponde: ‘C’è una montagna di puro diamante. Ci vuole un’ora per scalarla e un’ora per aggirlarla. Ogni cento anni arriva un piccolo uccello ad affilarsi il becco sulla montagna di diamante. E quando l’intera montagna sarà stata consumata, il primo secondo dell’eternità sarà passato!’ Mi sembra un tempo dannatamente lungo. Personalmente, credo che sia un dannato uccellaccio”.

“You said memories become stories when we forget them. Maybe some of them become songs”.

“Hai detto che i ricordi diventano storie, quando li dimentichiamo. Forse alcuni diventano canzoni”.

Chris Chibnall

Chris Chibnall nasce nel 1970 nel Lancashire. A soli 18 anni scrive il suo primo spettacolo, per il Contact Theatre’s Young Playwright’s Festival. Studia recitazione alla St Mary’s University e Theatre and Film alla University of Sheffield; durante gli studi scrive le opere teatrali Victims e Now We Are Free, che vengono messe in scena all’Edinburgh Fringe, e fonda la Asimmetric Theatre Company. Inizia a lavorare in TV per Sky Sports, per poi diventare amministratore di varie compagnie teatrali, tra cui la Complicite, dove incontra sua moglie Madeline. In seguito decide di lasciare quel lavoro per diventare uno sceneggiatore a tempo pieno.

Il suo primo copione televisivo è il monologo Stormin’ Norman, a cui seguono la serie Born and Bred (2002-2005), due episodi di Life on Mars (2006-2007), Law & Order: UK, di cui diventa showrunner della prima stagione (2007), e Camelot (2011).
Nel 2013 crea la serie Broadchurch, con protagonisti David Tennant e Olivia Colman, che ha un enorme successo sia di pubblico che di critica. Broadchurch va in onda per altre due stagioni, nel 2015 e nel 2017. Chibnall scrive anche il primo episodio di Gracepoint, il remake americano della serie. Esiste inoltre un secondo remake, Malaterra (2015), ambientato in Corsica.  

Chris Chibnall è fan di Doctor Who fin dall’infanzia, tanto che già nel 1986 appare nel programma Open Air della BBC in quanto rappresentante della Doctor Who Appreciation Society, per discutere della serie.
A partire dal 2005 diventa sceneggiatore capo e coproduttore di Torchwood, di cui scrive otto episodi, quattro per la prima stagione e altrettanti per la seconda, lavorando a stretto contatto con Russel T Davies. Nel frattempo sceneggia anche l’episodio 42 della terza stagione di Doctor Who (2007).

Torna a lavorare per la serie madre nel 2010, quando scrive il doppio episodio della quinta stagione The Hungry Earth/Cold Blood, assumendosi il compito di reintrodurre i Siluriani nel Whoniverse. Il suo coinvolgimento con la serie diventa particolarmente importante per la prima parte della settima stagione (2012), per cui scrive la serie di minisodi Pond Life, i due episodi Dinosaurs on a Spaceship e The Power of Three e un altro corto, P.S., che non viene mai girato, ma che viene rilasciato online sotto forma di storyboard.
Il 22 gennaio 2016 viene annunciato che Chibnall sarà il nuovo showrunner di Doctor Who, sostituendo Steven Moffat, a partire dal 2018. Sarà anche sceneggiatore capo e produttore esecutivo.

Dopo aver scritto ampiamente per la prima stagione di Torchwood, Chris Chibnall fa il suo debutto nella serie madre con un episodio dal titolo “alla Douglas Adams”: 42! Lungi dall’essere LA risposta per eccellenza, qui il numero rappresenta i minuti che hanno Ten e Martha per salvare l’equipaggio di un’astronave, con il Tardis fuori portata. Curiosamente, quindi, la puntata si svolge quasi in tempo reale, con il minutaggio dell’episodio praticamente equivalente a quello della vicenda narrata. In un ambiente clustrofobico, tra porte che si aprono solo rispondendo a domande di cultura generale e l’equipaggio attaccato da… un sole, riuscirà il Dottore a salvare tutti e, soprattutto, se stesso?

The Hungry Earth, scritto da Chris Chibnall, è l’episodio della quinta stagione che vede il debutto dei Siluriani nel reboot, dopo la loro ultima apparizione nella serie classica nel 1984. Il Dottore, Amy e Rory sono diretti a Rio… ma ovviamente il Tardis li porta nel Galles del 2020. Una trivella che scava a chilometri di profondità a scopo scientifico risveglia una minaccia imprevista e ora il Dottore e i pochi umani sul posto devono fronteggiare un’invasione dal sottosuolo. Ritornano le atmosfere claustrofobiche di 42 – nonostante l’ambientazione totalmente differente – e, a mio parere, si vedono già alcune delle tematiche che torneranno poi nella prima stagione di Broadchurch: una piccola comunità sconvolta dagli avvenimenti e una presenza aliena (…letterale, nel caso del Dottore, metaforica nel caso del detective Hardy) incaricata di far luce sulla faccenda.

Cold Blood, sempre scritto da Chibnall, è l’episodio che prosegue e conclude le vicende narrate in The Hungry Earth. Mentre un gruppo di umani e siluriani cerca di stabilire la pace e organizzare una convivenza delle due specie sulla superficie terrestre, altre persone di entrambi gli schieramenti vogliono una guerra a tutti i costi. Un atto eroico di Rory salva la vita al Dottore, ma condanna la sua a essere cancellata per sempre (…sicuri?).
Una curiosità: l’attrice Neve McIntosh, famosa per il ruolo di Madame Vastra, appare anche in questi episodi interpretando le due sorelle siluriane Alaya e Restac.

Pond Life è una serie di cinque minisodi scritti da Chris Chibnall, e pubblicati online nei giorni precedenti all’inizio della settima stagione, che mostrano la vita in casa Pond (o Williams, che dir si voglia) tra la quotidianità e le visite più o meno a sorpresa del Dottore.

L’episodio, sempre scritto da Chris Chibnall, parla in modo intuibile di… un’astronave piena di dinosauri. Non è semplicemente fantastico? E il Dottore, insieme a una squadra composta ad hoc (o quasi), deve salvare tutti i simpatici rettili. L’apparente leggerezza della premessa però lascia presto il posto a una trama ben più cupa. Nella puntata fa anche il suo debutto Brian Pond… no, Williams, il padre di Rory.

Scritto da Chibnall, è il penultimo episodio con i Pond e, non a caso, è proprio incentrato su di loro e sul loro rapporto col Dottore. È la storia di come, mentre Amy e Rory stanno cercando un equilibrio tra la vita quotidiana e i viaggi nel Tardis, una “lenta invasione” aliena sulla Terra porta il Dottore per una volta a essere ospite dei Pond, e non il contrario. L’episodio vede anche il debutto nella serie del personaggio di Kate Stewart, figlia del Brigadiere e capo della divisione scientifica della UNIT.

Chris Chibnall aveva scritto il minisodio P.S. per dare un epilogo anche a Brian Williams, dopo le vicende di The Angels Take Manhattan. Purtroppo però, per precedenti impegni dell’attore, non è stato possibile filmarlo. In seguito alle molte richieste dei fan sul destino del padre di Rory, la BBC ha deciso quindi di realizzarne una versione con lo storyboard.

Day One, il secondo episodio della prima stagione, segue il primo caso di Gwen Cooper come agente di Torchwood, mostrando come un piccolo e banale errore possa avere delle ripercussioni enormi. La puntata coglie anche l’occasione per mostrare cosa effettivamente comporti essere una serie di fantascienza con un rating per adulti. E lo fa in modo piuttosto… esplicito.

Cyberwoman vede invece la prima (e purtroppo ultima) apparizione dei Cybermen nella serie, e permette di conoscere decisamente meglio il personaggio di Ianto Jones, fino a quel momento rimasto ai margini della narrazione (e ne capiamo anche il motivo). È un episodio profondamente legato a Doctor Who, in particolare al finale della seconda stagione, alla battaglia tra Dalek e Cybermen all’Istituto Torchwood di Londra e alle ripercussioni che ha avuto.

Countrycide è il sesto episodio della prima stagione e probabilmente il più marcatamente horror. In modo atipico, è ambientato al di fuori di Torchwood e di Cardiff, nel mezzo del Parco Nazionale del Brecon Beacons, dove si sono verificate molte sparizioni misteriose. Essendo Torchwood, il primo pensiero logico è dare la colpa agli alieni. 

End of Days è il finale della prima stagione, in cui la fessura spazio-temporale che attraversa Cardiff è sempre più instabile, e libera per la città esseri di altri mondi e altri tempi, in particolare un mostro che uccide tutti con la sua ombra… la sua conclusione, inoltre, si ricollega direttamente con l’inizio dell’episodio della terza stagione di Doctor Who, Utopia, in cui infatti Jack Harkness torna nella serie.

Per la seconda stagione di Torchwood, Chibnall scrive non solo il primo episodio, ma anche i tre conclusivi.
Kiss Kiss, Bang Bang è un inizio di stagione col botto. Nel senso letterale. Dopo il breve ritorno insieme al Dottore, Jack sceglie di restare a Cardiff, insieme agli altri membri di Torchwood, a cui dovrebbe anche parecchie spiegazioni, vista la sua fuga improvvisa. In ogni caso, i chiarimenti sono interrotti causa ordigni esplosivi che minacciano la città. Nell’episodio fa il suo ingresso nella serie il Capitano John Hart, interpretato dal mitico James Marsters.

Adrift è probabilmente uno degli episodi migliori della stagione, e uno dei più drammatici. Gwen avvia un’indagine su quello che apparentemente è un semplice caso di sparizione, per arrivare a un inquietante interrogativo: e se la fessura che attraversa Cardiff non si limitasse a portare nel presente elementi di altri mondi e altri tempi, ma qualche volta funzionasse anche all’inverso? E se tutte le persone scomparse fossero state assorbite dalla fessura e spedite altrove?

Fragments, prima parte del finale della seconda stagione, è una puntata… beh, frammentata. Jack, Ianto, Owen e Tosh rimangono coinvolti in un’eplosione e, mentre Gwen e Rhys cercano di soccorrerli, a tutti tornano in mente – sotto forma di flashback – le ragioni che li hanno portati a unirsi a Torchwood, permettendo così allo spettatore di avere un’interessante panoramica sulle loro vite precedenti.

Exit Wounds comincia esattamente dove Fragments terminava. Qualcosa – o meglio, qualcuno – è tornato dal vastissimo passato di Jack, e vuole vendetta, sfogandola non solo contro di lui, ma contro l’intera città. Il team di Torchwood affronta come al solito la minaccia, ma a che prezzo?
L’episodio è una sorta di punto di svolta nella serie, dato che le due stagioni successive saranno impostate in modo decisamente diverso: più brevi, con una trama orizzontale e vari cambiamenti di cast e, soprattutto, quasi del tutto slegate dall’universo narrativo di Doctor Who.

Il detective di Manchester Sam Tyler (John Simm), dopo un incidente d’auto si risveglia nello stesso posto dov’era prima… ma nel 1973. È morto? In coma? Ha viaggiato nel tempo? Non lo sa. Scopre però di essere un poliziotto anche in questa dimensione passata, e spera che le indagini lo portino prima o poi a scoprire cosa gli è successo. La peculiarità di Life on Mars è il saper coniugare il thriller con il period drama e con il sovrannaturale, creando un mix assolutamente unico. Alla trama verticale di ogni puntata, con il classico caso da risolvere, si somma quella orizzontale di un Sam spaesato e intenzionato a tornare indietro in tutti i modi, a cui sembra di ricevere dei messaggi dal 2006 e che è decisamente spiazzato da metodi e sistemi utilizzati dalla polizia degli anni Settanta, in particolare dal suo superiore Gene Hunt (Philip Glenister).

Chris Chibnall ha scritto due episodi della serie, il settimo della prima stagione e il secondo della seconda (e ultima). Nella prima puntata da lui sceneggiata, troviamo un Sam già piuttosto inserito nella realtà degli anni Settanta, che però mette di nuovo in discussione quando i messaggi che gli sembra di ricevere dal presente si fanno sempre più frequenti e lo pongono di fronte a un interrogativo: e se per tornare nel mondo reale bastasse mettere sottosopra quello in cui si trova?

Nel secondo episodio, invece, Sam ritrova l’uomo che è stato il suo mentore in polizia, che negli anni Settanta è un agente all’inizio della sua carriera. Nel frattempo, anche Gene Hunt si trova a lavorare con il suo vecchio mentore, arrivato all’ultimo caso prima di andare in pensione.

Sto scrivendo queste parole giusto qualche ora dopo aver visto l’ultima puntata dell’ultima stagione di Broadchurch. Per cui… no, non riuscirò a essere fredda e oggettiva. Credo di aver cominciato la serie quasi per caso, perché “Hey, c’è David Tennant!”, senza aspettarmi che sarebbe diventata un fenomeno a livello mondiale. Senza sapere che sarebbe diventata così importante anche per me, a livello personale.

Broadchurch non è solo un poliziesco. Sarebbe limitativo. Broadchurch prende un crimine e racconta TUTTO quello che c’è attorno, non solo le indagini, ma anche ciò che concerne le persone colpite, l’impatto sulla società, e lo fa con estremo realismo. Non ha bisogno di calcare sul dramma per essere drammatica (e in alcuni momenti lo è, tanto), e non ha bisogno di grandi scene ridondanti per mostrare come si possa e si abbia il diritto di essere felici, dopo il dolore: bastano un pranzo con gli amici, una chiacchierata vicino al mare, un abbraccio. Lo spettatore viene sempre posto di fronte ai dettagli più intimi ed emotivi, ma in modo rispettoso, mai invadente. In tutto questo, i detective Alec Hardy ed Ellie Miller (o “Millaaaah”, come viene pronunciato dal forte accento scozzese di Tennant) sono la vera colonna portante della serie e… mi mancheranno moltissimo.
Se Broadchurch rappresenta Chris Chibnall al suo meglio, possiamo davvero aspettarci grandi cose per il futuro di Doctor Who.

Registi

Euros Lyn

Euros Lyn nasce a Cardiff nel 1971, ma la sua famiglia si trasferisce prima nel nord del Galles, e poi a Swansea. Studia alla Ysgol Gyfun Ystalyfera, e poi alla University of Manchester. Euros è bilingue, dato che conosce anche il gallese. Attualmente vive a Llangennith, nella penisola di Gower, con il marito Craig Hughes.

I suoi primi lavori come regista, negli anni Novanta, sono per gli show in lingua gallese dell’emittente S4C Pam Fi Duw?, Iechyd Da e Y Glas.
Successivamente dirige quattro episodi della serie Belonging (2000), quattro del medical drama Casualty (2002-2003), due di All About George (2005), tre di Jane Hall (2006), e il pilot della serie George Gently (2007).
Nel 2010 dirige il secondo episodio di Sherlock, The Blind Banker, per cui vince il BAFTA Cymru come Miglior Regista; seguono due episodi di Upstairs Downstairs (2010), il secondo episodio di Black Mirror, Fifteen Million Merits (2011), alcuni episodi delle prime due stagioni di Last Tango in Halifax (2012-2013), e tre di Happy Valley (2014). Lavora inoltre sia per Broadchurch (2013), sia per il suo remake americano, Gracepoint (2014). Dirige due episodi della serie di Russell T Davies Cucumber (2015), la miniserie Capital (2015), e due episodi di Daredevil (2015-2016). Nel 2016 è invece alle prese con due film, Damilola, Our Loved Boy, per la televisione, e la pellicola in lingua gallese Y Llyfrgell, che ha per protagonista Catrin Stewart, la “nostra” Jenny Flint. Nel 2015 riceve il Siân Phillips Award alla cerimonia dei BAFTA Cymru per i suoi contributi all’industria televisiva. 

Per Doctor Who dirige ben undici episodi delle prime quattro stagioni, più quattro minisodi: lo speciale per Children in Need del 2005, Doctor Who: Music of the Spheres (2008), e i due Meanwhile in the Tardis contenuti nel dvd della quinta stagione (2010). Vince il Hugo Award for Best Dramatic Presentation, Short Form per l’episodio The Girl in the Fireplace e il BAFTA Cymru come Miglior Regista per Silence in the Library.
Ha inoltre diretto tutte e cinque le puntate di Torchwood Children of Earth (2009).

Il secondo episodio di Doctor Who… parte dalla fine. Non della serie, che è appena cominciata, bensì della Terra, destinata alla distruzione tra cinque miliardi di anni. Tra scenari apocalittici, musica pop (pardon, classica), e l’introduzione di personaggi come Cassandra e Face of Boe, si dipana The End of the World (2005), diretto da Euros Lyn!

Charles Dickens, Natale e fantasmi… cosa si può chiedere di più al primo episodio di Doctor Who ambientato nel passato? Ecco The Unquiet Dead (2005), diretto da Euros Lyn!

Euros Lyn ha diretto ben quattro episodi della seconda stagione di Doctor Who, il primo dei quali è Tooth and Claw (2006). Il Dottore e Rose vengono invitati dalla Regina Vittoria in persona a trascorrere del tempo con lei nella tenuta di Torchwood, in Scozia. Cosa potrebbe mai andare storto? Ah già, i lupi mannari.

Anche The Girl in the Fireplace (2006) è diretto da Euros Lyn. Storia, fantascienza e romanticismo si mescolano a causa di numerosi varchi temporali tra un’astronave e la Francia del XVIII secolo.
L’episodio ha vinto nel 2007 il Hugo Award for Best Dramatic Presentation, Short Form.

Nel 1953 l’incoronazione della Regina Elisabetta fu trasmessa in diretta televisiva! Peccato che in The Idiot’s Lantern (2006), diretto da Euros Lyn, qualcuno si approfitti della cosa per scopi non proprio… benevoli.

 

Doctor Who: Giorni di un futuro passato. Fear Her, episodio del 2006 diretto da Euros Lyn, era ambientato in un futuro molto prossimo, durante le Olimpiadi di Londra del 2012, che però per noi sono già storia. Pensato per gli spettatori più giovani della serie, ha per protagonista proprio una bimba, con l’inquietante capacità di intrappolare le persone nei suoi disegni.

The Runaway Bride (2006) è il primo speciale natalizio diretto da Euros Lyn. Facciamo la conoscenza di Donna Noble, la sposa del titolo, il cui (quasi) matrimonio avrà dei risvolti decisamente… inaspettati.  

Dividendosi tra gli infiniti corridoi di una biblioteca grande quanto un pianeta, gli angoli bui popolati dai Vashta Nerada e un mondo reale solo in apparenza, Euros Lyn dirige il doppio episodio Silence in the Library/Forest of the Dead (2008), in cui comincia (o finisce, a seconda dei punti di vista) la storyline di River Song. La coppia di episodi ha anche ricevuto una nomination allo Hugo Award.

A Euros Lyn è spettata anche la responsabilità di dirigere l’episodio finale sia per David Tennant, che per Russell T Davies. Il doppio The End of Time (2009-2010), diviso tra Natale e Capodanno, mostra l’ultima avventura del Decimo Dottore, che salva la Terra dagli stessi Signori del Tempo, sacrificando però se stesso.

Euros Lyn ha diretto tutti e cinque gli episodi di Children of Earth (2009), la terza stagione di Torchwood. Quando gli alieni noti come 456 arrivano sulla Terra per rapirne i bambini, il team di Torchwood si trova improvvisamente impegnato su due fronti, combattendo sia contro la minaccia esterna, sia contro un’altra molto più terrestre.

Children of Earth è la stagione di Torchwood che segna il quasi totale distacco dalla serie madre, sia dal punto di vista delle tematiche, sia della struttura: un’unica trama orizzontale divisa in cinque episodi, mandati in onda per cinque giorni di fila.
Da ricordare anche l’importante presenza di Peter Capaldi nel cast.

Cos’hanno in comune una giovane cinese che lavora al National Antiquities Museum, un banchiere e uno strano codice color giallo acceso? Sembra un caso degno di Sherlock Holmes… e in effetti lo è. The Blind Banker (2010) è il secondo episodio della prima stagione di Sherlock e vede le indagini del detective partire da una semplice effrazione, portando però alla luce collegamenti molto più complessi e intricati del previsto. L’episodio è diretto, ovviamente, da Euros Lyn!  

Per spiegare Black Mirror (2011-in corso) ci vorrebbero molte più righe di quelle che ho a disposizione… nonché molto più tempo.
Black Mirror è una serie che, a ogni episodio, presenta un mondo diverso, più o meno vicino al nostro e più o meno distopico, in cui la tecnologia domina la vita delle persone, in modi che vanno dall’inquietante allo spaventoso. Black Mirror è anche una “non serie” o, per essere più tecnici, una serie antologica, dato che ogni puntata ha ambientazioni, trama, personaggi totalmente diversi da quelli delle altre.
Fin dal primissimo episodio, è assolutamente cruda, violenta, disturbante e… potrei ancora andare avanti a lungo con gli aggettivi. Per cui, per quanto ritenga la serie degna di nota, invito alla cautela chi potesse sentirsi turbato da determinati argomenti.

Come nel caso di Sherlock, anche qui Euros Lyn dirige il secondo episodio della prima stagione, Fifteen Million Merits (2011). In un futuro distopico, gli esseri umani sono costretti a pedalare tutto il giorno per ottenere energia. Gli unici svaghi sono virtuali, forniti dagli enormi schermi che li circondano, i cui contenuti sono però pagati con gli stessi crediti guadagnati pedalando. Uno dei modi per migliorare la propria condizione di vita è partecipare a un talent show e sperare di diventare famosi ma… bisogna sempre stare attenti a ciò che si desidera.

Rachel Talalay

Rachel Talalay nasce il 16 agosto 1958 a Chicago dai genitori Paul e Prudence, due docenti inglesi. Nel corso della sua infanzia si sposta prima a Baltimora e poi, per due anni, in Inghilterra. Dopo la scuola frequenta l’Università di Yale, dove si laurea in Matematica ed è a capo della Yale film society, e in seguito lavora come programmatrice di computer alla Johns Hopkins University.


L’incontro con il regista John Waters è fondamentale: lavora al suo film Polyester (1981) come assistente di produzione, e poi come produttrice in Hairspray (1988) e Cry-Baby (1990). In seguito collabora con Robert Shaye, capo della New Line Cinema, per la saga su Freddy Krueger Nightmare on Elm Street: dopo aver prodotto il terzo e il quarto capitolo (1987 e 1988), dirige il sesto e ultimo film della serie, Freddy’s Dead: The Final Nightmare (1991). Come produttrice della saga in particolare mette a frutto le sue conoscenze informatiche per creare effetti speciali che siano validi ma a costi contenuti.


Negli anni seguenti dirige altri due film, Killer Machine (1993) e Tank Girl (1995), per poi continuare la sua carriera da regista spostandosi però in televisione, dove dirige una grande quantità di episodi di moltissime serie tv, come Ally McBeal (1999-2002), Crossing Jordan (2002), Without a Trace (2002), Cold Case (2003), Supernatural (2007), The Dead Zone (2002-2007), Legends of Tomorrow (2016), The Flash (2016), Supergirl (2016) e Sherlock (2017). 

 

Dato il ritorno di Doctor Who nel 2005, si mostra da subito interessata a lavorare nello show, sogno che diventa realtà nel 2014, quanto diventa la prima regista americana della serie. Dirige il doppio finale dell’ottava stagione, Dark Water/Death in Heaven (2014), il doppio finale della nona Heaven Sent/Hell Bent (2015), e anche il doppio finale della decima, World Enough and Time/The Doctor Falls (2017). È stata inoltre scelta per la regia di Twice Upon a Time, lo speciale di Natale del 2017 che sancirà l’addio sia di Steven Moffat che di Peter Capaldi allo show.

Rachel, oltre al lavoro da regista e produttrice, insegna alla University of British Columbia. È sposata con Rupert Harvey, con cui ha un figlio.

 

 

Rachel Talalay sul set del doppio finale dell’ottava stagione Dark Water/Death in Heaven!

Rachel Talalay sul set del doppio finale della nona stagione Heaven Sent/Hell Bent!

Rachel Talalay sul set del doppio finale della decima stagione World Enough and Time/The Doctor Falls!