THE GHOST MONUMENT, recensione di Dalek Oba

Devo ammettere di aver passato l’intero episodio nell’attesa che succedesse qualcos’altro.
All’inizio, con il (non ancora) Team Tardis diviso, avevo ipotizzato che i due gruppi si trovassero in periodi temporali diversi. Sbagliato.
Poi, durante la corsa verso il Ghost Monument, mentre il Dottore cercava febbrilmente spiegazioni sulla desolazione del pianeta, avevo addirittura pensato che fosse la Terra del futuro. Post apocalittico, già visto nella Serie Classica e… sbagliato, di nuovo!
Mentre sentivo Angstrom raccontare la triste storia del suo pianeta, ero praticamente certa che stesse mentendo per ingannarli tutti e farsi aiutare a vincere… SBAGLIATISSIMO.
Non mi ricordo nemmeno cosa avessi inventato sulle “bende killer” ma… insomma, avete capito il concetto. Le mie previsioni erano tutte decisamente più COMPLESSE della trama effettiva dell’episodio.

Sarà perché mi devo ancora disabituare allo stile moffattiano… o perché effettivamente l’episodio avrebbe potuto e dovuto osare di più? Insomma, parliamo di uno sceneggiatore che ha fatto combattere un Cyberman contro uno pterodattilo (recuperate quella perla di Torchwood, se non lo avete ancora fatto)!
Invece in questo caso Chibnall preferisce ancora andare sul sicuro, fornendo una trama molto basilare e priva di grandi colpi di scena. Resta l’impressione di aver visto una specie di Mad Max senza auto e un po’ troppo buonista.

Intendiamoci, i lati positivi ci sono: le location sono spettacolari, la recitazione assolutamente impeccabile, la trama orizzontale degli Stenza comincia a delinearsi e il ritorno del Tardis commuove.
A tutto ciò fanno da controcanto un finale forse troppo frettoloso e la mancanza di un vero e proprio cattivo… i robot sono facili da sconfiggere e le bende killer sono inquietanti, ma si vedono davvero poco.

L’episodio non mi ha quindi convinta del tutto, anche se il finale col Tardis è da applausi. Il ricongiungimento del Dottore con la sua amata nave è toccante, e arriva al momento giusto; riassume perfettamente con una sola scena tutto il vissuto e l’affetto che c’è tra le due, e l’ottima recitazione di Jodie Whittaker sembra donare espressività anche a quelle due porte di legno blu. L’interno mi piace tantissimo e sono contenta che si sia visto con parsimonia, così da scoprirlo poco per volta le prossime settimane!

NOTE SPARSE:

– Aspetto con estrema curiosità il prossimo episodio, soprattutto per Vinette Robinson nei panni di Rosa Parks. Era già apparsa in 42, sempre scritto da Chibnall.

– A proposito di attori, abbiamo la prima new entry da Broadchurch! Shaun Dooley, qui Epzo, era Ricky Gillespie nella seconda stagione.

– Ovviamente ho avanzato mille teorie anche per la questione del Timeless Child… chi sarà???

– Il Dottore che si autodefinisce “daddy” senza pensarci è bellissima!

– Adesso voglio anche io un distributore di biscotti in auto.