THE PYRAMID AT THE END OF THE WORLD, recensione di Dalek Oba
Dopo ben sei episodi con titoli brevissimi – due parole al massimo – ci rifacciamo con The Pyramid at the End of the World. Considerato che negli USA, subito dopo, è andato in onda l’episodio di Class The Metaphysical Engine, Or What Quill Did, secondo me ci sono buone possibilità per battere dei record.
Ma veniamo all’episodio in sé. Dopo il previously più geniale della storia della televisione, poiché intervallato da spezzoni nuovi (e in questo modo è stato visto da tutti senza però risultare noioso a chi si ricordava già bene gli eventi di Extremis), entriamo subito nel vivo della vicenda che… ci viene mostrata esattamente come il previously: due linee narrative apparentemente separate, che finiscono per unirsi.
Da una parte abbiamo i Monaci che, dopo aver analizzato minuziosamente la Terra con le loro simulazioni, ora sono pronti a conquistarla, e atterrano con un’astronave mimetizzata da piramide, esattamente al centro tra tre eserciti schierati.
I Monaci, per quanto siano esteticamente molto ben fatti, a mio parere non sono i classici mostri “d’impatto”, che ti lasciano subito un’impressione. Addirittura, nella scorsa recensione non credo nemmeno di averli citati. Tuttavia, questo episodio ci dà la possibilità di conoscerli meglio e, per come ci sono mostrati, a mio giudizio sono una delle novità migliori della stagione. Innanzitutto, hanno dei poteri immensi: teletrasporto, metamorfosi, tecnologie avanzatissime, una sorta di telepatia, per non parlare di come polverizzano le persone. Suppongo abbiano anche delle capacità mediche, dato che prevedevano già di salvare la Terra dal batterio killer e hanno ridato la vista al Dottore… oppure riescono a riscrivere il tempo di modo che determinati eventi non siano accaduti in primo luogo? Resta ancora un mistero.
In sostanza, potrebbero conquistare il mondo in cinque minuti, o anche meno. Eppure SCELGONO di non farlo, arrivando giusto un attimo prima della fine del mondo – calcolata con cura dalle simulazioni – e aspettando che siano gli umani stessi ad arrendersi e a consegnarlo per salvarlo dalla catastrofe, con la condizione fondamentale che la loro resa sia dominata dall’amore. Non vogliono dominare con la paura, perché sanno che genererebbe resistenza (vedi solo l’esempio di “Saxon” nella terza stagione), vogliono essere amati, vogliono dare l’illusione della benevolenza. Sono degli strateghi eccellenti che pianificano con cura ogni cosa, perfino le eventuali contromosse per fermarli.
La scelta di sceneggiatura di collocarli in mezzo a tre eserciti è stata perfetta nello sviarci: sarebbe la previsione più ovvia che il mondo finisca a causa di una guerra, e invece la presenza della piramide proprio lì è un mero diversivo. Il pianeta rischia in realtà di finire a causa di una catena di eventi casuali, che combinati tra loro risultano letali. La Legge di Murphy all’ennesima potenza.
La seconda linea narrativa è infatti quella di Erica, una scienziata che per sbaglio rompe gli occhiali da vista e deve delegare un suo compito a un collega un po’ troppo distratto che, sempre per sbaglio, scrive una cifra decimale in modo errato e crea un composto chimico letale. Tutto casuale, eppure, tutto previsto dalle simulazioni.
A cavallo tra le due vicende c’è il Dottore che, nella realtà come nella finzione, sembra sconvolgere tutti i calcoli dei Monaci, come una pedina impazzita. Se però è vero che riesce a salvare il mondo e, di conseguenza, a evitare momentaneamente l’invasione, purtroppo ne diventa anche la causa principale (che i Monaci avessero previsto anche questo???): la sua paura di accettare la sua cecità e il fatto che non può per forza di cose fare tutto ciò che faceva prima, non allo stesso modo, lo mette nella situazione di poter salvare la Terra, condannando però se stesso. A Bill non resta altro se non barattare il suo pianeta con la salvezza del Dottore, un vero gesto d’amore, che viene quindi accettato dai Monaci. Cosa succederà adesso?
NOTE SPARSE:
– Comincio dalla fine, notando come il gesto di Bill riporti a galla due tematiche affrontate dalla serie in precedenza: il fatto che la Terra, senza il Dottore, sia praticamente condannata a priori (come viene mostrato in Turn Left), e quanto sono disposti a spingersi i companion in suo nome (The Stolen Eart/Journey’s End, ma anche Hell Bent, per certi versi).
– Viene palesemente nominato un “link” che viene a crearsi quando chi detiene il potere cede la Terra ai Monaci. Ma… tra cosa? Bill ne sarà coinvolta in qualche modo?
-Cosa succede adesso a Nardole???
– Per quanto io abbia amato la puntata, ho alcune perplessità, in particolare sui “poteri” molto ridotti del Dottore, che sembrano limitati apposta per farlo trovare in una situazione senza uscita. Quando cercano la possibile causa della fine del mondo e sanno di avere poco tempo… non possono salire sul Tardis e utilizzare tutto il tempo che vogliono? Perché il Dottore non apre semplicemente la porta con il cacciavite e ha per forza bisogno del codice? Infine, abbiamo visto che la rigenerazione può guarire anche l’esposizione alle radiazioni… il Dottore travolto dall’esplosione probabilmente si sarebbe rigenerato, non sarebbe morto definitivamente.
-Ho adorato il personaggio di Erica. Possiamo rivederla? Tipo, non so, se per caso il Dottore dovesse affrontare una pianta carnivora gigante aliena…
– Se è vero che le previsioni dei Monaci sono così accurate, non avremmo in effetti potuto aspettarci un esito diverso dal “vero” appuntamento tra Bill e Penny. Dai, almeno stavolta niente Papa…