THE PYRAMID AT THE END OF THE WORLD, recensione di Charlie
Questa settima puntata riprende l’arco narrativo di Extremis, con una scena iniziale dai toni leggeri, che vede nuovamente protagoniste Bill e Penny, destinate a vedere anche il loro “secondo/primo” appuntamento bruscamente interrotto.
Tuttavia, i toni da commedia vengono abbandonati presto in favore di un episodio carico di mistero, suspence e, infine, di grande profondità emotiva.
Il duo Harness-Moffat si riconferma capace e affiatato, portandoci un’altra storia memorabile, dopo il grande successo di The Zygon Invasion e The Zygon Inversion.
Ciò che rende la vicenda più spaventosa, è la minaccia tragicamente umana e banale alla quale assistiamo impotenti per la maggior parte della puntata: nessuna bomba atomica, nessuna guerra imminente, nessuna orda di Dalek ad assediare Londra, nessuno scienziato pazzo intento a lavorare su una nuova arma letale. Assistiamo ad un dramma dell’errore umano, ad uno scherzo delle coincidenze, ad una sciagurata faglia nella sicurezza. E lo spettatore assiste impotente, a tre minuti dall’apocalisse, mentre un paio di occhiali rotti e una virgola fuori posto mettono in moto una reazione a catena dagli effetti devastanti.
E altrettanto banale ma terribile è ciò che condanna Twelve (e di conseguenza il pianeta, consegnandolo nelle mani dei monaci): un semplice codice numerico reso inaccessibile al Dottore a causa della sua cecità. L’ultima tragedia di questo episodio di piccoli eventi e grandi conseguenze è il dramma della mancata accessibilità, un peso col quale i disabili devono convivere quotidianamente.
Naturalmente, sì, il Dottore avrebbe potuto semplicemente mandare a Bill una fotografia della serratura e lei avrebbe potuto guidarlo (e se avessero avuto più tempo sicuramente ci avrebbero pensato); ma, di fronte ad un episodio simile, di fronte alla potenza della scena in cui Bill offre il proprio consenso, la logica passa in secondo piano.
E illogica è la scelta di Bill, dettata non dalla paura, non da una strategia, ma dall’amore e, in quanto tale, pura, ma anche dalle ramificazioni devastanti, come abbiamo osservato nel trailer della prossima puntata.
Infine, le figure dei monaci, ripugnanti e calcolatori, che offrono salvezza in cambio della schiavitù volontaria, lasciano lo spettatore con un senso di profondo orrore, e con l’eco delle parole del Dottore nella quinta puntata ancora nelle orecchie: “L’universo rivela il suo vero volto quando chiede aiuto. Noi riveliamo il nostro in base a come rispondiamo”.