FINO ALLA FINE
La Terra, dopo essere stata colpita da almeno due brillamenti solari, è nuovamente popolata nell’anno 200’000. Nella sua orbita si staglia l’enorme Satellite 5, una stazione con il compito di diffondere le notizie su tutto il pianeta. Al Dottore, che vi atterra sopra con il Tardis, appare subito che lo sviluppo della civiltà umana sia decisamente arretrato rispetto a come dovrebbe essere, e ci mette poco a scoprire che il responsabile è il satellite stesso: come il già citato Varos, anche la Terra di quest’epoca sembra essere vittima di una distopia mediatica. La stazione orbitante è infatti controllata dal Jagrafess, una gigantesca creatura simile a una lumaca che manipola l’umanità controllando e manipolando lo stesso flusso di notizie [The Long Game, 2005]. Tornato sulla stazione cento anni dopo, il Dottore scopre che, col senno di poi, sconfiggere il Jagrafess ha solo inasprito il danno: rimasti senza notizie, gli umani hanno rivolto la loro attenzione ai giochi: evoluzioni orrende degli odierni quiz o reality show in cui gli umani sono obbligati a partecipare e i concorrenti che perdono sono eliminati… letteralmente. Si scopre inoltre che dietro al controllo di Satellite 5 c’erano, fin dall’inizio, i Dalek [Bad Wolf, 2005; The Parting of the Ways, 2005].
Negli stessi anni, per quanto riguarda altri mondi nell’Universo, The Face of Evil tratta le stesse tematiche viste in The Doctor’s Daughter (2008), ma con trent’anni circa di anticipo. Il serial del 1977 parla infatti dello scontro tra due fazioni e della corsa alla conquista di un pianeta da colonizzare. I Sevateem si scontrano con i Tesh, senza sapere di essere tutti discendenti dell’equipaggio della Mordee Expedition, giunta sul pianeta nel passato. Non ci viene detto se i protagonisti siano umani o ne condividano solo l’aspetto, cosa che ci fa pensare di essere giunti in un’era in cui ormai la distinzione non importa più a nessuno, o quasi.
Facciamo un salto fino al 2’000’000 d.C., in cui l’Iceworld, regione del pianeta Svartos, è un avamposto commerciale usato da diverse specie aliene. Mostrato nel serial del 1987 Dragonfire, è importante da citare perché è la prima volta in cui la serie mostra un rapporto di convivenza tra molteplici razze, inclusa quella umana, cosa che diventerà comune nella serie nuova. Emblematiche sono le scene ambientate in un bar frequentato da umani e alieni insieme, che richiamano sia la celeberrima cantina di Star Wars, sia una delle scene finali dell’episodio The End of Time – Part Two, del 2010, in cui possiamo vedere Jack Harkness in un locale simile.
Nello stesso periodo, il Dottore visita Ravalox, un pianeta ridotto in rovina e controllato da un robot megalomane, e si accorge che ha forti somiglianze con la Terra. L’agghiacciante verità viene poi svelata: Ravalox è effettivamente il nostro pianeta, devastato e spostato dall’altra parte dell’Universo dai Signori del Tempo, per proteggere un segreto in cui erano incappati degli astronauti umani. Il Dottore decide di tenere segreta la sua scoperta, ma si assicura che questo futuro atroce venga riscritto [The Mysterious Planet, 1986].
Tutto è destinato a una fine, e anche la Terra non fa eccezione: la serie ha parlato in due distinte occasioni della sua scomparsa definitiva per opera dell’espansione del Sole. The Ark, prodotto nel 1966 e ambientato 10’000’000 di anni nel futuro vede un esodo definitivo dei terrestri su un’astronave enorme, con tanto di zoo e giardino botanico, una vera e propria Arca, dove vivono umani e Monoids insieme in attesa di raggiungere e colonizzare il pianeta Refusis. Come già visto in altre occasioni, la convivenza tra più specie purtroppo non sempre funziona, ma il serial propone un finale positivo, in cui umani, Monoids e abitanti di Refusis mettono da parte le differenze per vivere in pace.
The End of The World, girato nel 2005, pone invece la fine del nostro pianeta fra 5 miliardi di anni, mostrando un gruppo di spettatori paganti che si ritrova per ammirare lo spettacolo della Terra, ormai disabitata, che viene incenerita dal Sole. La scienza dà effettivamente ragione alla seconda versione e alcuni produttori hanno giustificato il radicale cambiamento di data come uno degli effetti collaterali della Guerra del Tempo. Come già accennato, ormai che un essere umano sia “originale” o meno importa davvero a pochi ma, tra questi pochi, troviamo Lady Cassandra, che sostiene di essere l’ultima umana “pura” e di non avere sangue “contaminato” da specie provenienti da altre razze dell’Universo. Il fatto è che di umano ha apparentemente ben poco, dato che è poco più di un lembo di pelle steso, con un volto e il costante bisogno di essere idratato.
L’ultimo avamposto umano di cui siamo a conoscenza è probabilmente quello di Frontios, in un luogo tanto remoto da essere quasi fuori dalla sfera di conoscenza dei Signori del Tempo. Non abbiamo indizi sull’anno, sappiamo solo che la nave-colonia non era diretta lì, ma è stata dirottata dai Tractator che hanno schiavizzato gli esseri umani [Frontios, 1984].
Nell’anno 5 miliardi e 23 il Dottore visita la Nuova Terra, nello specifico New New New New New New New New New New New New New New New New York (quindicesima ricostruzione di New York, non sedicesima di York), chiamata solo New New York, per comodità [New Earth, 2006]. Sappiamo poco di come sia stata ricostruita la civiltà e che cosa abbia mantenuto della vecchia Terra, ritroviamo però la tecnologia della Carne, sviluppata nel XXII secolo e capace di creare tessuti organici artificiali che replicano rapidamente un organismo complesso [The Rebel Flesh, 2011; The Almost People, 2011]. In questo caso, pur se per scopi medici e con risultati che superano la tecnologia dei Signori del Tempo, la Carne è utilizzata in maniera decisamente poco etica, per creare esseri umani artificiali e infettarli con terribili malattie, per trovare poi una cura.
Uno degli abitanti di New New York è Faccia di Boe, un enorme volto posto in una teca di vetro, antichissimo e l’ultimo della sua specie. L’improvvisa necessità di creare una quarantena lo spinge a creare un enorme ingorgo stradale della durata di circa tre decenni, che confina gli umani nei loro veicoli: imprigionati, ma al sicuro. La puntata ha chiaramente un tono allegorico, ma dipinge un futuro credibile, per quanto surreale [Gridlock, 2007].
In futuro succede l’inaspettato: a scapito di distopie, attacchi alieni e disastri interplanetari, la razza umana sopravvive “indomita”, come la definisce il Dottore. Arriviamo alla cosiddetta Fine dell’Universo, 1014 anni nel futuro, data che secondo le attuali teorie prevede lo spegnimento delle ultime stelle. Su un pianeta buio e freddo, protetti da un campo di forza, si sono radunati gli ultimi umani, miliardi, giunti con mezzi di fortuna da ogni parte. Per quanto sappiano che non ci sono più mondi da conquistare, luoghi sicuri in cui scappare e risorse che permettano loro di sopravvivere, non si arrendono, ma continuano a sperare. Il nome di quella speranza è Utopia. Non ci è dato sapere chi fosse a chiamarli da quel punto nell’Universo, se e quanti di loro ci arriveranno, ma quello che possiamo sapere è che la speranza degli uomini muore davvero per ultima. Persino dopo le stelle [Utopia, 2007].
Infine, cinque minuti prima della fine dell’Universo, in una grotta protetta da un campo di energia alimentato “in modo brillante”, una ragazzina vichinga, un’umana divenuta immortale, attende l’arrivo del Dottore. Ha visto le stelle morire, ed è stato triste, ma è stato anche bello. Il fatto che tutto debba finire, comprese le stelle, compreso l’Universo, non rende vana la bellezza di ciò che è stato [Hell Bent, 2015].
A cura di Martina Ponsa