THE WITCHFINDERS, Recensione di Brig
“The Witchfinders” è un episodio solido come pochi, a ben vedere. Non ha una struttura complessa, ha un solo twist (facilmente intuibile), pochi personaggi coinvolti nella trama (Becka, Willa e re Giacomo), il messaggio è semplice, ma non per questo inefficace.
La minaccia aliena è banale e poco interessante, uguale ad altre mille già viste. Ma questo diventa ovvio solo dopo la sua rivelazione, che avviene negli ultimi minuti, quando tutto il buono è già stato fatto, quindi poco male. Finché aleggia il mistero e ci sono i cadaveri infangati (un modo carino per chiamarli) la tensione è notevole. Doctor Who ci ha abituati a mostri che prendono possesso di corpi umani, vivi o morti che siano, trasformandoli in modi inquietanti. È un modo per limitare il budget, ma è funzionale. È ovvio però che dopo tanti anni la cosa inizi a farsi ripetitiva, ma non in questa puntata, secondo me. Complice l’atmosfera da horror soprannaturale, il design ricalca molto quelli che sono gli stilemi del genere stregonesco. I viticci viventi, l’albero stregato, il fango e i cadaveri rianimati fanno molto “magia pagana” delle streghe, come sono viste nell’immaginario comune. Sappiamo che la risposta sarà “roba aliena” (e quando mai? Ma me ne sono già lamentato in un’altra recensione, quindi soprassediamo), ma ci viene molto più facile di altre volte non pensarci e farci prendere dalla storia.
Avere un Dottore con un corpo femminile potrebbe essere un’occasione per aumentare la profondità delle storie. Viaggiare nelle epoche passate non può essere uguale per un uomo o per una donna. Sarà brutto, ma è così. In questa puntata la cosa è affrontata molto bene, ma mi aspettavo che sarebbe stata utilizzata prima. Dopo l’annuncio dei companion ufficiali mi ero immaginato una situazione in cui i personaggi della puntata avrebbero dato per scontato che il capo del team Tardis fosse Graham, in quanto maschio più anziano. È giusto che non diventi una gag ricorrente, ma, di nuovo, mi aspettavo succedesse prima. Non è necessariamente un male che mi abbiano spiazzato, anzi, ci tenevo solo a scriverlo!
Ma parliamo della ciccia! La caccia alle streghe era dettata dal fanatismo e dalla paura. Lo stesso fanatismo è solo un modo per affrontare la paura e di questo ci parla l’episodio. Becka ha paura di quello che l’ha contaminata, Willa ha paura di Becka e di come si senta dominata da lei, re Giacomo ha paura di essere tradito e abbandonato. Ma anche il Dottore ha paura. Non di una mano sotto il letto, questa volta, ma di non poter salvare della gente spaventata che si sta autodistruggendo. Ha paura dell’odio verso il diverso. Prima di tutto perchè chi è più diverso di un aliena con due cuori (infatti è la prima verso cui si rivolge la violenza), poi perchè tutti sono diversi, a ben vedere. Se hai paura trovi sempre un diverso con cui prendertela. Yaz lo sa bene e ha deciso di ricavarne forza. Willa non crede di riuscirci e vuole scappare. Ma ecco quando serve un Dottore! Anche un re capriccioso può migliorare.
A questo proposito, una parola su Alan Cumming. Una sola. Meraviglioso!
Brig