KERBLAM!, recensione di Six

Avevo chiesto di non fare la recensione per primo, ma non ce l’ho fatta: abbiamo un episodio buono di Doctor Who e devo parlarne!

“Ehi, ma la uno, la tre e la sei erano belle!”

No, fastidiosa vocina nella mia testa, la uno era passabile per essere un episodio di crisi rigenerativa, ma Tim Shaw è appassionante come una zucchina, Rosa colpisce duro dove deve, ma Krasko è un fiasko e la sei aveva un notevole valore come documentario, sia sulla toccante tradizione e sulla storia dell’India, che su come ignorare beatamente le più blande basi dello storytelling, pur senza sovvertire un benemerito: ognuna di loro ha i suoi momenti, ma che cosa provi?! Io voglio provare qualcosa! QUALUNQUE COSA!!!

Così mi sono preso il mio tempo, mi sono rilassato e ho guardato la settima puntata, Kerblam! e… wow! Sarà la mia attitudine mentale, ma era bella! Anzi, sapete cosa?! Non c’entra niente la mia attitudine mentale, la settimana scorsa a inizio puntata ero tipo elettrizzato che ci fosse una trama, mentre invece alla fine non c’era, ma qui…

C’è stato un periodo, quando il quarto Dottore è diventato tipo un dio dopo aver interpretato il ruolo per oltre un lustro, in cui si sono detti “il Dottore è OP, nerf please”, cioè rendiamo leggermente meno potente il Dottore. Così hanno dato più spazio ai companion e castato un Dottore con un’aria più mite, Davison. Questo, chiaramente, si riflette nelle scelte prese finora con Jodie Whittaker e non è una cattiva idea.

È UNA PESSIMA IDEA E QUALCUNO DOVREBBE DARE LE DIMISSIONI PER QUESTO!

Con tutte le critiche che hanno bombardato la decisione di fare un Dottore donna è necessario avere storie all’altezza che mostrino quanto una donna possa, per citare LO STESSO CHIBNALL, “fare facilmente il lavoro di due uomini”. Ma, no. Ecco un TARDIS affollatissimo. Conseguenza? Non puoi far fare al Dottore la donzella in difficoltà, così deve risolvere tutti i problemi da sola, arrivando a deliziose scenette come, non lo so, COMPANION CHE ANNUSANO I FIORI MENTRE LEI È IN PERICOLO!!! Ora, non è tutto perduto, io sono un nessuno e vedo due modi per risolvere il paradigma senza problemi, semplicemente prendendo dall’ampia storia della serie: puoi seguire l’esempio del terzo o del settimo dottore! Nel primo caso, fai un Dottore che ha sempre tutto sotto controllo, al punto che, tanto perché un’armata di cybermen e la fata Morgana non erano abbastanza, si mette a contenere un vero e proprio dio tra una scena e l’altra, ma finge che non sia così, finge di avere assoluto bisogno dei suoi companion perché, così facendo, loro imparano! Ed è una relazione meravigliosa che dà al Dottore quell’handicap in più di cui ha bisogno. L’alternativa è creare quell’handicap dal nulla, togliere il TARDIS al Dottore, lasciarla senza altro aiuto che le proprie mani e le amicizie che coltiva nel cammino… come sarebbe potuta essere questa stagione!

Ma, e finalmente arriviamo alla recensione, c’è una terza via che non avevo visto (ossia immagino miriadi di altre ancora da scoprire), ossia non mettere nessun handicap, ma alzare l’asticella della difficoltà. Non si può avere un mistero nel mistero nel mistero ogni settimana, ma Kerblam! si presenta proprio in questo modo e lo fa mostruosamente in fretta, al punto che, all’ottavo minuto, inclusa la sigla, abbiamo tutti gli ingredienti principali e non ci resta che seguire la storia smettendo di prendere appunti mentali. Non è una storia perfetta, c’è almeno un errore, ma non è quella la cosa importante. Io avevo una sola richiesta: volevo provare qualcosa.

E ho riso. Ho riso tanto da rischiare di perdermi dialoghi. Sono stato in pena per personaggi. Ho fatto “aww”. E ho avuto paura. Niente alla Listen o altri tritacarne moffattiani, ma c’è un momento dove ho tenuto il fiato sospeso. Questo succede quando c’è della passione alle spalle e una rapida ricerca su IMDB conferma che è proprio quella che aveva Pete McTighe, autore della puntata. Beh, se sei britannico, sceneggi e non vuoi sceneggiare Doctor Who, non lo so, che ne parliamo a fare?!

“Ma ok, magari questo è uno che si concentra sulla trama, come Moffat, Chibnall è un figlio di Russell, lui guarda i personaggi!”

Ancora tu, fastidiosa vocina?! Chibnall non è stato finora capace di valorizzare i personaggi più di quanto la mia presunta frittata abbia valorizzato le zucchine ieri sera (ho scoperto che vanno cotte prima e che… beh, i pezzi devono essere decisamente più piccoli). A un secondo, doloroso rewatch ho scoperto che Ryan aveva raccontato di lavorare in un magazzino e di studiare meccanica, ma sono tutte chiacchiere e non parliamo di Yaz. Ma qui? Qui i companion sono forza trainante! Prendono decisioni operative e fanno gioco di squadra, mettono in scena i propri punti di forza e c’è un momento di familiarità tra Graham e Ryan che mi convince che si conoscono più di qualsiasi “Grace avrebbe detto/fatto”. Proprio Yaz è uno dei migliori personaggi della storia!!! Yaz! Sì, è proprio lei! Con la personalità che, fino a questo momento, sembrava essere stata esportata solo nella webserie dei Case File # e altrimenti dimenticata completamente!

Non voglio vendere questa puntata a prezzo più caro di quello che vale: è solida. È divertente. Gli ingredienti ci sono tutti e sono ben amalgamati e trattati al momento giusto. C’è solo un taglio che si potrebbe fare perché non aggiunge niente alla storia, ma porta via davvero poco, pochissimo tempo e, tutto sommato, la rende più realistica.

Più di questo, non posso che riaffermare: Kerblam! è la mia puntata preferita di questa stagione, perché mi sono divertito. Mi ha tenuto con il fiato sospeso e entusiasmato ogni minuto. Nonostante i momenti fanservice, nonostante si senta che l’autore è alle prime armi nella serie, c’è entusiasmo! Ed è questo una storia, come un quadro, come un brano musicale, è un messaggio! Un messaggio che l’autore ti porta, usando un mezzo e che tu rendi tuo a tuo modo quando lo ricevi e autore, medium e ascoltatore, insieme interagiscono a creare un’esperienza unica e irripetibile. Era questo quello che volevo.

E se vuoi qualcosa, Kerblam it!