ROSA, recensione di Brig
Il Dottore sta cercando di riportare i suoi nuovi amici a casa con qualche difficoltà quando, al quattordicesimo tentativo, finiscono in un mondo distopico, creato ad hoc dagli sceneggiatori per questo episodio. Il commento sociale è un po’ troppo spinto e mina la credibilità del mondo mostrato. Va bene il razzismo, ma arrivare a certi livelli… ah, no, mi dicono dalla regia che l’Alabama degli anni ’50 era davvero così.
Battute a parte, l’episodio funziona alla grande per diversi motivi.
Innanzitutto non vedevo un episodio di stampo così classico da molto tempo. Dottore e companion arrivano in un periodo storico importante e vivono un momento storico cruciale. La serie è nata per interessare i bambini alla Storia ed è giusto ricordarlo e non vergognarsene. Io adoro la run di Steven Moffat, ma nelle sue avventure fantasy-scientifiche questo aspetto si era perso del tutto. Tolto l’approccio molto più moderno del Dottore e l’etnia dei companion, questo episodio potrebbe passare per un serial del primo o secondo Dottore senza problemi.
È interessante notare però che l’episodio ha un tono molto leggero. Il tema trattato non è leggero affatto e l’ambiente descritto è piuttosto disturbante, ma la puntata scorre tra una battuta e una situazione divertente. Siamo abituati a trattare certi temi con serietà o, al massimo, con un umorismo cinico e pungente. In altre mani un umorismo tanto leggero in tale contesto sarebbe fuori luogo se non addirittura offensivo, invece qui, complice una inglesità da manuale, il messaggio arriva in un modo inaspettato e, per una volta, neanche scontato. Prendiamo la scena della pesca al fiume ad esempio. Graham e Ryan devono far si che un uomo in ferie, che sta pescando, vada invece al lavoro, seccandolo fino allo sfinimento. Descritta così la scena sembrerebbe degna del miglior film comico ed è in effetti girata con questo spirito (un plauso alla coppia, che mostra affiatamento e padronanza dei tempi comici). Ma come fanno? Fanno leva sul razzismo bigotto dell’uomo, che vive in un mondo che gli da ragione e gli da i mezzi per esercitare tale razzismo. Ridi durante la scena, ma ti ritrovi a pensarci per tutta la sera.
Se hai a disposizione i viaggi nel tempo e vuoi fare una puntata che parli della lotta al razzismo, la tentazione di incentrare il tutto su Martin Luther King è forte. Questo personaggio c’è, sia perchè è realmente parte della storia di Rosa Parks, sia per darci la bellissima scena del suo incontro con Ryan. È di nuovo una scena leggera con le classiche battute del viaggiatore del tempo che incontra un eroe della Storia che ancora non sa di esserlo (con tanto di ammiccamenti d’obbligo agli spettatori), ma l’importanza emotiva del momento è palpabile. Sarebbe un’emozione per me, posso solo immaginare cosa voglia dire per una persona di colore di oggi incontrare il reverendo King.
Però nessun altro dei protagonisti lo incontra, nemmeno il Dottore. Perchè il fulcro della puntata è Rosa! Cosa ci insegni la sua storia non ve lo dico nemmeno, io spero che ognuno di voi abbia letto di lei almeno una volta e ne sia stato ispirato, almeno un pochino. Se non vi è ancora successo, spero che accada dopo la visione di questa puntata. Nell’episodio Rosa è tratteggiata molto bene, evitando false apologie o dipingendola come un’eroina. È una donna normale, gentile ma combattiva, offesa dal mondo, ma non piegata.
Doctor Who funziona sempre al meglio quando ci parla delle persone comuni che fanno cose straordinarie!
Ultimi tre appunti:
- Non ho parlato del cattivo. Beh, diciamo pure che Chibnall ci ha fatto capire che non sono gli antagonisti la sua priorità, in queste prime puntate. Poco male, ma spero che sfrutti altre puntate per regalarci qualcosa di meglio.
- Yaz è utile quanto la terza forchetta nei ristoranti di lusso. Fa atmosfera, sicuro, ma nessuno sa davvero a cosa serva. Spero che Chibnall faccia come il cameriere che si impietosisce di fronte al nostro smarrimento e venga a sussurrarci quando usarla.
- Ho adorato il fatto che lo spirito di nonna Grace aleggi ancora nei gesti, nelle parole e nelle azioni di Graham e Ryan. È a tutti gli effetti un quarto companion (nonché il mio personaggio preferito tuttora). Ed è un modo di trattare il lutto che solo i migliosi scrittori sanno utilizzare.
Brig
P.S. Spero che da oggi in poi non diciate più “Le cose stanno così, non posso farci niente, io sono nessuno”, vedrete che anche voi arriverete a guidare il vostro autobus. O almeno ad ascoltare meglio a scuola.
P.P.S. Per una volta non voglio mettere una foto tratta dall’episodio. Abbiamo riso e scherzato, ma, come la puntata, voglio finire con una nota seria!