The Snowmen – 10 anni dopo. Recensione di Brig
La storia dell’undicesimo Dottore è legata a doppio filo a quella di Amy e Rory. Non fosse altro che per una questione numerica di puntate. Tre stagioni e vari speciali, cinque sesti dei quali loro sono stati presenti. Abbiamo infatti solo la seconda metà della settima stagione con una nuova companion. Per fare un confronto, il decimo Dottore in tre stagioni ha avuto tre companion diverse (e svariate altre negli speciali, se vogliamo contarle). Che i Pond ci avrebbero lasciato nel midseason della settima stagione si sapeva già prima. Così come si sapeva dell’arrivo di Jenna Coleman.
Ho già recensito Asylum of the Daleks e ho parlato di come la morte di Oswin Oswald sia stata una sorpresa. Ma Jenna Coleman sarebbe tornata nello speciale di Natale, la nuova companion sarebbe stata finalmente introdotta e ci avrebbero spiegato perché aveva la stessa faccia della ragazza dei soufflé. Ecco, un’ennesima volta in cui alzare il pugno al cielo e urlare “Moffaaaaat!”.
Però dobbiamo ammettere che iniziare a introdurre il mistero di Clara quando ancora i Pond erano presenti e poi raddoppiare subito dopo la loro (devastante) scomparsa è stato un ottimo modo per incuriosirci. Intrigarci, anche, così come lo sarà il Dottore in The Bells of Saint John. Ma stiamo recensendo la puntata precedente, non corriamo!
Carichi dall’eccitazione di conoscere la nuova companion ci tuffiamo in un’avventura che si svolge tra misteri, mostri e grandi ritorni. Anzi, Grandi Ritorni. Ecco, parliamo subito della Grande Intelligenza, nemico storico dai tempi del secondo Dottore. Facendola breve, è un buon antagonista e crea l’ennesima rivisitazione orrorifica di un’immagine natalizia. I pupazzi di neve con il ghigno zannuto sono proprio carini, così come la donna spettrale di ghiaccio.
Della trama non mi metto neanche a parlare, se siete qui la conoscete ed è abbastanza standard, di buona qualità. Il valore aggiunto è quello della Londra vittoriana, i costumi, i riferimenti a Sherlock Holmes, la nebbia e i vicoli londinesi.
Viene introdotta la Paternoster Gang. È un’idea così geniale che Moffat se la porterà dietro in altri episodi (troppo pochi!) e ci sarà modo di riparlarne meglio.
Ah, vorrei aggiungere che in questa puntata c’è, a mio avviso, il miglior costume dell’undicesimo Dottore. Il lungo pastrano e il cappello a cilindro sbilenco mi piacciono tantissimo. E c’è anche la migliore Clara, smentitemi!
Che dire in conclusione? Non il miglior speciale di Natale, ma solido, divertente e con più di un motivo per essere ricordato.