Una lettera persa nel tempo – di Tardis

Caro Dottore,

Grazie.
Forse non ti ricorderai di me, dopotutto salvi così spesso il pianeta che non puoi stare dietro a tutti quanti. Però voglio comunque provare a scriverti e ringraziarti.
Sono praticamente cresciuto con le tue storie, fin da quando ero
piccolo.
La mamma parlava spesso di un suo vecchio e lontano amico con cui viaggiava, e mi ha insegnato a credere nell’impossibile. Mi raccontava tutte le vostre avventure, di come avete viaggiato nel tempo e nello spazio nella tua magica cabina, di come un giorno avete incontrato una balena che viaggiava tra le stelle e voleva tanto bene ai bambini. All’inizio pensavo che queste storie se le inventasse, ma quando sono cresciuto mi ha spiegato che in realtà era tutto vero.

E così ho voluto provare a cercarti. Già, come aveva fatto anche lei. Volevo vivere tutte le avventure che ha vissuto lei. Volevo viaggiare, visitare nuove epoche…
Mi sono appassionato talmente tanto che ho preso una laurea in storia, sono diventato archeologo, e quando un incidente mi ha costretto a stare fermo ho deciso di intraprendere la carriera dell’insegnamento.
Nel frattempo sono passati così tanti alieni dalla Terra… e ogni volta che potevo seguivo ogni possibile traccia nella speranza che mi portasse da te.
Volevo conoscerti, più di qualsiasi altra cosa al mondo.

Chissà se i tuoi capelli sono rossi come quelli di mio figlio, se sei un tipo da abbracci, se ti piace la frutta o preferisci il pesce fritto. Chissà se sei ancora uomo… mamma mi ha detto che la rigenerazione è una lotteria: per quanto ne so ora potresti essere una bellissima donna, oppure una simpatica vecchietta con un completo sgargiante con tanto di cappellino abbinato e un piccolo corgi al seguito.

Ti devo molto, sai? Grazie a te ho scoperto il mondo, gioie e dolori annessi. Mi hai insegnato che la paura fa parte di noi, che comunque una nostra amica perché ci può tenere all’erta, e che provarla non ci fa essere meno coraggiosi. Mi hai insegnato che ogni persona che incontriamo è importante, e vanno rispettate tutte. Così come va rispettata la nostra Casa,
la Terra, per noi e per i nostri figli.

Spero che non troverai questa lettera troppo lunga. Mia moglie mi dice spesso che dovrei parlare di meno, ma il dono della sintesi non è mai stato il mio forte.
Sappi, però, che continuerò a parlare di te, sia ai miei figli che ai miei studenti.
Dirò loro di godersi appieno questa fantastica vita, perché quando arriverà il momento non vorranno andarsene; di essere felici perché se il momento dopo saranno tristi avranno fatto bene a gioire prima.
Dirò anche che l’odio è sempre stupido e l’amore è sempre gentile, e che l’universo non smetterà mai di sorprenderci.

Quindi grazie, Dottore, per avermi insegnato tutto questo.
Con affetto,
Anthony Williams,
o come diresti tu: Tony Pond