Taking Notes, part I – di Saki
Nel numero 05 di Pull to Open avevamo chiesto ai nostri lettori di immaginare una storia in cui le vicende del Dottore si incrociassero con quelle di personaggi appartenenti ad altre opere! Tutti i partecipanti dovevano compilare un questionario con vari dettagli della loro idea crossover: le idee più apprezzate dal nostro staff sarebbero diventate fanfiction scritte da noi!
Qui di seguito vi presentiamo quindi un racconto tratto da una proposta a cui abbiamo assegnato una menzione speciale.
Buona lettura!
Da un’idea di Annarita.
Crossover con Sherlock Holmes
Personaggi: Decimo Dottore, Donna Noble, Jack Harkness, John Watson, Mycroft Holmes, Ispettore Lestrade.
Ambientazione: Londra Vittoriana.
Antagonista: Jack lo Squartatore.
Taking Notes
di Saki
“Voi siete una delle menti più brillanti di Londra.”
“Vero.” Il signor Holmes sembrava compiaciuto, ma non in modo sgradevole; per lui era un dato di fatto, così come era un fatto che, nonostante le tende tirate alle finestre della parete di fronte, avesse smesso di piovere. Distolse velocemente lo sguardo dalle scarpe della sua interlocutrice, cercando il suo sguardo dietro la veletta.
“Ma siete anche un collaboratore dell’attuale governo.”
“Sono al servizio di qualsiasi governo Sua Maestà abbia approvato o approverà in futuro, signora. Una mente brillante come la mia può avere le sue simpatie o antipatie, ma avrà sempre due sovrane a guidarla – e una di esse si chiama Logica. No, non sono interessato a divulgare una sola parola di quanto mi direte.”
“E una sola parola vorrei dirvi riguardo ai nuovi delitti di Jack” ribatté lei con un grazioso cenno della testa.
“Ebbene?”
“No.”
“No? Non sono avvenuti? Eppure ho comparato io stesso i rapporti dei medici legali di allora e di quello di oggi, signora; non mi fido di certo della stampa, ma il dottor Bond e il dottor Bell all’epoca-”
“Altro.”
“È stato qualcun altro.” A Vastra sembrò che l’uomo volesse alzarsi dalla poltrona, ma era stata una sua fugace impressione. Nei suoi occhi intelligenti era sbocciato un vivace interesse, un sincero entusiasmo quasi infantile… ma il corpo pesante non aveva reagito di conseguenza.
“Questo, però, non lo avete dedotto dai rapporti. Né avete letto tra le righe degli articoli andati in stampa finora. No, voi conoscete qualcosa di essenziale.” Gli parve di vederla sorridere dietro il velo. Congiunse le dita delle mani grassocce, in attesa.
“L’assassino originale non è più in grado di nuocere da molto tempo, signor Holmes” dichiarò lei.
Lui alzò le sopracciglia; sembrava più che altro deluso che Madame Vastra non avesse continuato il suo gioco ermetico, ma non eccessivamente.
“E quindi… abbiamo un imitatore. Era naturalmente una delle possibilità.” Schioccò le labbra, facendo ballonzolare il doppio mento.
“Sono pronto ad affrontare questa sfida, senza intralciare il lavoro della polizia, se saprà mettere insieme una buona squadra.”
Seguirono diversi incontri a porte chiuse nel suo appartamento di Pall Mall. Una lista non esaustiva del gruppo di investigatori, propriamente o non propriamente detti, comprendeva il giovane dottor Doyle, il suo amico James Barrie e un loro insopportabile ma brillante conoscente americano, tale Jack Harkness, dotato di una naturale propensione a credere all’impossibile. Madame Vastra lo prese subito in antipatia per le sue cattive maniere, e in un’occasione confidò a Barrie che certe persone “non vogliono proprio crescere”. Intimidito dalla donna, lui annuì e prese appunti.
Stava anche intorno alle gonne di Jenny, la cameriera di Madame, ma la ragazza non cedette mai alle sue attenzioni. Durante uno dei loro ultimi incontri fu visto lasciare la casa con un alone scuro intorno all’occhio sinistro, che però era sparito velocemente.
“I rapporti del medico legale, questo ‘John Watson’, sono assolutamente in linea con quelli dell’epoca.”
“Almeno ai nostri occhi: ho già scritto al dottor Bell per un confronto…”
“Oh, Artie!” Harkness mollò una pacca sulla spalla di Doyle. “Non hai nulla da invidiare al tuo maestro. Ce la caveremo anche senza l’opinione dei vecchi barbosi.”
Il colto dottorino parve più imbarazzato del solito, e Mycroft Holmes, che aveva inserito l’americano in una lista per fargli prendere contatti con la regia organizzazione Torchwood, lo depennò mentalmente. “Non durerebbe un mese, là dentro, lo sbatterebbero fuori a calci” profetizzò tra sé e sé.
All’incontro successivo, Doyle portò notizie fresche. Anche il dottor Watson era stato allievo, come lui, del professor Bell, e quest’ultimo lo ricordava come un giovane promettente e scrupoloso negli studi, anche se l’esperienza della guerra l’aveva segnato nel profondo. Sembrava quindi totalmente degno di fiducia.
“Buongiorno e ben svegliato!”
Donna Noble sbattè un vassoio sul letto, e l’uomo baffuto fu sorprendentemente agile ad afferrarlo per i manici. Non che si stupisse facilmente, dopo tutte le avventure vissute al fianco del Dottore ma, visto lo stato in cui versava il loro ospite la sera prima, ne fu impressionata.
“Dove mi trovo?”
“Nel TARDIS, lupacchiotto.”
“Donna… puoi lasciarci soli?” Un giovanotto dal naso sottile e con occhi castani un po’ spiritati li stava ascoltando, appoggiato alla porta.
“No! Oh. Dovete sbaciucchiarvi?” indagò lei.
“N-no… che ti salta in mente?”
Compreso che Donna non aveva alcuna intenzione di lasciare la stanza, il Dottore si rivolse all’ospite.
“Esatto, questo è il TARDIS. Potrei dirvi che veniamo dal futuro,
ma in effetti l’ultima epoca in cui siamo stati è precedente a questa. Vi siete recato a Buckingham Palace, di recente?”
L’uomo impallidì. “Come… come osate-”
“Oh, non farla tanto lunga, sai? Non eravamo noi ad assomigliare a Remus Lupin nel Prigioniero di Azkaban, ieri sera, cocco! Con una povera ragazza uccisa lì vicino!”
“Donna…” Il Dottore cercò di calmarla.
“Noi osiamo!” La voce di Donna era sempre più stridula e amara, rivolgendosi al Dottore con un gesto esasperato, poi cedette
e tacque.
“D’accordo. D’accordo. Vi racconterò.”
Quella stessa mattina, Londra si era svegliata alla luce sinistra dell’ennesimo delitto e Holmes aveva convocato una nuova riunione. Quando Barrie arrivò, un poco scarmigliato e in ritardo, vide nell’atrio la giovane Jenny discutere animatamente con il capitano Harkness e si nascose per non disturbarli.
“Voi vi credete un Adone, un Apollo, non è vero? Ma la vostra natura è tutt’altra. Siete Pan, ecco! Nient’altro che un satiro!”
Lui prese appunti.
“Analizziamo i dettagli raccolti finora. Sono pronto a scommettere che il rapporto del dottor Watson, anche questa volta…” Mycroft s’interruppe, scrutando il contegno nervoso di Doyle, che recava appunto l’incartamento.
“Ecco, signore, il fatto è questo. Il rapporto per quest’ultimo caso è totalmente diverso dai precedenti: non vi è traccia di ferite causate da armi metalliche, sembra più il risultato della lotta con un animale. E non è stato il dottor Watson a compilarlo. Lui pare… scomparso nel nulla. Non si è presentato al lavoro, a quanto sembra.”