DWOT 20/04/2020

Ciao a tutti e bentornati a DWOT, Discussing the Wonders of Our Tale, parte quinta, il Dottore di Peter Davison.

Peter Davison
Un emozionatissimo Davison. Immaginate la pressione di dover riempire le scarpe del leggendario Tom Baker!

Probabilmente gli aspetti degni di nota della produzione sono due: l’età del protagonista, 29 anni, incredibilmente giovane per il ruolo e John Nathan-Turner, produttore della serie in quella strana epoca che sono stati gli anni ’80. Proprio sua l’idea di seguire Tom Baker con un attore tanto giovane, fino ad allora vagamente noto per ruoli in soap opera.

All Creatures Great and Small: S2
Qui faceva uno di due fratelli veterinari in… mi viene Everdon Farm. Tanto, sul serio, andrete a controllare?

Questa saga che sto scrivendo è lunga e voglio approfittare di questa era, quella che meno gradisco, per prendermi un po’ di riposo e farla breve: il quinto Dottore non funziona nella misura più completa. Estremamente garbato, posato e solare, pare essere in grado di esprimere grinta solo occasionalmente e raramente in momenti utili; in particolare questo avviene nelle dinamiche con Adric, adolescente genio matematico di un’altra dimensione. In Earthshock, questi manifesterà il desiderio di tornare nell’E-space da dove proviene, cosa che il Dottore ritiene impossibile. Piuttosto che raggiungere una riconciliazione, però, nel disperato tentativo di fermare i Cybermen, Adric si schianterà contro la Terra in un’astronave, impatto che ha causato la morte dei dinosauri, a quanto pare (e mi chiedo cosa ne abbiano pensato i Siluriani). È una vera tragedia, riconosciuta dalla puntata facendo girare i titoli di coda nel perfetto silenzio. Per poi vedere il Dottore, nella puntata successiva, scrollare le spalle, fare il muso duro e decidere di ripartire all’avventura, sotto lo sguardo allibito delle due companion, Tegan e Nyssa. Il pay-off emotivo, la conseguenza per l’evento gravissimo e la reazione del Dottore sono completamente mantenuti celati al pubblico, in parte per quelli che erano gli anni ’80, in cui il cinema era fatto di machismo testosteronico e il sentimentalismo era difficile da rendere, ma anche, credo, per mostrare quello che fosse il punto debole di questo Dottore, come la sua nuova natura mite lo renda meno determinato e appassionato.

Doctor Who Revisited: 5. Peter Davidson
Scena di Earthshock. È probabilmente a questo che fa riferimento 11 quando dice a Brian che alcuni suoi companion sono morti

Proprio in Earthshock ci sarà quello che forse ritengo il punto più basso, ancora peggio della reazione alla morte del giovane companion: i Cybermen catturano il Dottore e lo mettono di fronte a un ricatto morale, al seguito del quale lui ammetterà che le emozioni sono una debolezza; questa è una sconfitta etica, non fisica, che non verrà mai rovesciata, se non, volendo, nell’era del decimo Dottore, il cui interprete David Tennant è un grande ammiratore di Peter Davison, quando questa ammissione verrà ripetuta, ma in senso di sfida: anche se i sentimenti si rivelano un nostro punto debole, è comunque meglio averli, che diventare un Cyberman. A vederlo adesso, però, non si può vedere la cosa come un gesto di sconfitta che lascia uno strano amaro in bocca. Come vedere il Dottore che si inginocchia davanti al Maestro e lo chiama “padrone” (che, come discusso nei commenti del post del Terzo, è una traduzione più letterale del nome), per fare un paragone con qualcosa che non potremmo mai vedere succedere!!!

Questa debolezza non aiuta a fortificare il personaggio, che, vista l’età, aveva bisogno di essere consolidato come possibile Dottore agli occhi degli spettatori, abituati a vedere un Dottore con l’esperienza dalla sua. Anche qui, un paragone con il Dottore corrente non serve specificarlo: proprio quando ci sono scelte di cast rischiose, cementare la natura del personaggio dovrebbe essere una cosa che avviene subito e in modo deciso. Questa lezione, sarà appresa a pieno da Moffat, quando presenterà un Dottore ancora più giovane, quello di Matt Smith, che ha ricevuto simili critiche, ma ha esordito con un episodio esemplare, dove senza TARDIS, senza cacciavite, senza companion preesistenti, sconfigge il nemico usando un cellulare e i suoi punti deboli. Tuttavia, credo che l’intento di presentare un Dottore con più dubbi e di spostare parte dell’azione verso i companion come conseguenza, sia stato un bel tentativo, ma eseguito male. Questa era è piena di storie originali, come Mawdryn Undead, Snakedance e la stessa Earthshock e presenta pure Turlogh come companion che entra nel TARDIS con la missione di assassinare il Dottore, affidatagli dal Guardiano Nero: come concetto è senza precedenti, spingendo lo spettatore a chiedersi se pugnalerà alle spalle il Dottore o se sarà vinto dalla sua bontà d’animo in ogni scena di cui fa parte; tuttavia, almeno per un palato moderno, questi sprazzi di vitalità sono troppo pochi e troppo saltuari, spingendo a identificare l’era come “quella in cui il Dottore gioca a cricket”.

The Top 10 Doctor Who Villains | Fandomania
Questo è il Guardiano Nero, figura malvagia semi onnipotente. Sì, ha un corvo in mezzo ai capelli, direi che mostra bene quella che è stata quest’epoca

Identificazione che avviene nell’ultima puntata, fino ancora ai giorni nostri, a seguire lo schema dello storico puro è Black Orchid, un vero e proprio giallo che si sviluppa su pagine di ispirazione Agatha Christie, per quanto la sua figura venga rimpiazzata da uno scrittore di fantasia, che ispira senza dubbio The Unicorn and The Wasp moderno. Questa può essere una buona visione, dal momento che è un serial estremamente breve, ma che fornisce uno spaccato essernziale del Dottore e degli altri personaggi ricorrenti. I due must di visione, sono però il finale di stagione, di cui parleremo alla fine e, naturalmente, The Five Doctors, lo speciale per i vent’anni della serie, in cui ritonarno sullo schermo Patrick Troughton e Jon Pertwee, con Richard Hurndall come primo recast del primo Dottore. Sì, “i cinque dottori” vede solo quattro dottori in campo: Tom Baker non ha voluto partecipare alle riprese. Come già detto la settimana scorsa, la sua assenza verrà coperta tramite una ripresa di Shada inedita, dove traghetta Romana in gondola, per poi sparire a causa di una luce misteriosa; nonostante la sua assenza, la puntata è di un’inventiva incredibile! Borusa trama di scoprire il segreto dell’immortalità del leggendario Time lord Rassilon, presentato per la prima e ultima volta sugli schermi della Classica; nel mentre i Dottori si devono barcamenare, loro malgrado, in mezzo al passato di Gallifrey, nella “zona della morte”, in cui 5 membri di ogni razza guerriera si sarebbero battuti all’ultimo sangue in una battle royale, 25 anni prima di Hunger Games e 16 prima di… beh, Battle Royale. Ok, a dirla così sembra più epica di quello che è stata, ma è un po’ la costante di questa epoca: idee straordinarie sviluppate in modo scialbo.

The Five Doctors - Wikipedia
The Five Doctors è stato prodotto per Children in Need, il popolare evento umanitario. Un intero serial, il secondo deciversario della serie, il ritorno di due figure come Jon e Patrick sullo schermo, a mostrare che il Dottore interviene se sente un bambino piangere da sempre!

Non può non saltare agli occhi che, nella visione di John Nathan-Turner, il Dottore ora ha un vero e proprio costume, una divisa da cricket d’epoca, tendenza già vista con l’ultima stagione del Quarto e che segnerà il via libera per un certo capo d’abbigliamento che vedremo la prossima settimana. Anche questo fa parte del senso di dare una nuova impronta alla serie: già i fan di Star Trek avevano riprodotto le divise dell’Enterprise, perché non permettere ai fan di Doctor Who di fare altrettanto, a rispettando in pieno la tradizione britannica con il loro sport più caratteristico? Naturalmente, il fiore all’occhiello, non è un fiore, ma un sedano, altra decisione del produttore, per dare un tocco di originalità e stravaganza all’ensamble: come prima, si può comprendere e anche ammirare l’idea di fondo, ma siamo ormai in un’era dove Star Wars esisteva già e diventa difficile vedere le cose con il filtro rosato della nostalgia. Un Dottore che suona il flauto dolce (tecnicamente è barocco, ma il suono è altrettanto stridulo), in questo contesto, sarebbe altrettanto ridicolo, ma quindici anni di distanza significano un mondo, in questo caso.

Abbiamo accennato ai companion, vediamoli brevemente: Nyssa, Tegan e Adric sono ereditati dal Dottore passato, la dinamica più interessante è forse con quest’ultimo, che fa quasi da apprendista al Dottore e, in un certo senso, il Robin del suo Batman, che troppo precocemente si monta la testa e ne paga le conseguenze; questo senza voler sminuire il ruolo delle prime due, che restano esempi pratici di eroismo femminile; imbarazzante tentativo di rimpiazzare K9 è Kamelion, androide proveniente dall’Uncanny Valley presumibilmente capace di trasformarsi a piacere in chiunque voglia, tenuto per lo più in cantina perché gli effetti speciali non erano in grado di concretizzare il progetto. Turlogh è inseparabile dal proprio arco narrativo che lo contraddistingue, ma una curiosità su tutte è che sarà l’ultimo companion alieno, fino all’arrivo di Nardole; ultima è Peri, interpretata dall’adorabile Nicola Bryant, costretta per qualche motivo a fingere un accento americano, forse nel tentativo di riprendere il tocco etnico perso nel congedo dell’australiana Tegan. Per un breve periodo, un solo serial, i companion constano in Peri e Turlogh, che sono un ritorno alla dicotomia di Ian e Barbara, ma grottescamente esagerata in damigella in pericolo e uomo d’azione, quest’ultimo già ridondante ai tempi di Harry Sullivan, ma che ora trova una propria nicchia, dal momento che il Dottore non è sempre pronto all’azione: in The King’s Demons c’è un nuovo duello di scherma tra Dottore e Maestro, nello specifico quello di Ainley, già presentato alla fine del Quarto, che ci terrà compagnia fino alla fine della classica; tuttavia in Planet of Fire è Turlogh a tuffarsi a salvare Peri, in un momento che fuori da un contesto, non può che far ridere, visto che rimuove pantaloncini estremamente corti restando in mutande, ma tenendo la camicia.

Peri Brown-Planet of Fire (The swimsuit edition) – The Ultimate ...
Questi sono Peri e Turlough. Però io ci vedrò sempre Barney Stilson, probabilmente a mettere in pratica una pagina del suo Playbook

Lo stesso Davison si rammarica di aver inquadrato il proprio ruolo solo nel suo finale, The Caves of Androzani. La premessa è estremamente interessante: sia il Dottore che Peri sono avvelenati e resta loro pochissimo da vivere, ma la fisiologia da Signore del Tempo permette al protagonista di reggere di più, così lo vediamo pronto a tutto per recuperare l’introvabile antidoto. Questa puntata presenta anche la tendenza, che vedremo riutilizzata ancora e ancora e ancora, a fare di Peri non solo una donzella in difficoltà, ma anche interesse sessuale del ripugnante cattivo della settimana o vittima di body horror.

Sharaz Jek | Villains Wiki | Fandom
No, sul serio però, The Caves of Androzani merita: in un mondo cinematografico fatto di trincee invece che linee tra buoni e cattivi, qui sono tutti in sfumature di grigio, forse persino il Dottore stesso!

Nonostante l’outfit di Leela fosse di solito più audace, con Peri la serie indulge nel fanservice più volte, per esempio inquadrandone le curve prima che si tuffi nel lago in cui sta per affogare, prima citato. Va detto che Sharaz Jek, il nemico principale di The Caves of Androzani non è semplicemente attratto da Peri a livello animale, quanto ricerca in lei la bellezza che ha perduto quando è stato sfigurato, gesto che lo prende in una follia vendicativa. Sulla carta, Caves of Androzani è un piccolo capolavoro, dove il Dottore non guarda in faccia nessuno, effettua atterraggi di emergenza con astronavi che non sa pilotare, corre sotto una pioggia di proiettili e non esita ad allearsi con il nemico di turno, dal momento che anche questi era intenzionato a salvare Peri e, per quanto io non gradisca particolarmente l’esecuzione, anche nell’atto pratico continua a rendere. Questa stessa storia presenta la rigenerazione del Dottore, curiosamente non in un finale di stagione, ma la puntata prima, in modo da dare al pubblico di che farsi un’opinione del sesto Dottore.

50 Years of Doctor Who: Colin Baker | Greg McElhatton
E che opinione…

Avevo promesso di farla breve e, per i miei standard, stiamo andando al limite: Peter “Davison” Moffet rimane tiepido, pacato, quello che valorizza la sua era sono gli sporadici scambi con i companion, che mantengono alle volte la forma di scontri etici al seguito dei quali il loro legame risulta rinforzato. Quello che mi piacerebbe portaste a casa è che, in quegli anni, Chris Chibnall era membro attivo del fandom -la sua intervista di tre anni dopo gira ovunque su Youtube- e, per quanto fosse appena un teenager, non può aver ignorato quanto veniva trasmesso: quando alcuni scenari vengono riproposti per il Dottore corrente, come non enfatizzare quale sia il suo conflitto etico, alienare il Dottore da reazioni emotive e far subire al Dottore sconfitte morali per cui non avrà modo di rifarsi, non sta sondando terreni nuovi, sta riproponendo quello che ha reso questa era tanto scadente, se non altro ai miei occhi, senza però riproporre l’incredibile inventiva. Ma, prima o poi, arriveremo anche al tredicesimo Dottore.

Rare Picture of the 5th & 6th Doctor in costume together. | Doctor ...
Fino ad allora, stay tuned stay HOME! Ciao dal vostro Sesto!

~Six