Recensione completa della stagione 12
Ci sarebbe tanto da dire sulla stagione 12 e avevo iniziato un lungo discorso. Poi ho cancellato tutto. Non preoccupatevi, sarà lungo anche questo, ma voglio scrivere qualcosa più di getto.
È inutile soffermarsi su cose che altri hanno già detto meglio di me.
Giusto per ricapitolare, i companion sono inutili. Ryan ha esaurito il suo arco narrativo nella stagione scorsa e ora non ha più niente da fare. Yaz è il nulla, deve essere giustificata da un discorso di Graham assolutamente gratuito e immeritato per poi continuare comunque a essere inutile. Graham… ecco, possiamo dire che Bradley Walsh è davvero bravo e ha presenza scenica. E poi poco altro. Sono tutti personaggi intercambiabili, senza motivazioni, crescita o alcunchè di interessante. Ci sarebbe da fare una parentesi su Can You Hear Me, ma per farla breve è l’unica puntata in cui i companion hanno un minimo di introspezione. Il problema è che siamo oltre la metà della loro seconda stagione e la cosa neanche si ripete.
La scrittura passa da mediocre ad atroce senza soluzione di continuità. Episodi che in altre stagioni sarebbero stati minori ora sono salutati come l’apice.
Persino le cose più riuscite hanno sempre un ma. Sasha Dawhan fa un buon lavoro come Maestro, ma è troppo macchiettistico e la scrittura scialba lo penalizza. Il Lone Cyberman è interessante ma se lo stesso Chibnall se ne disinteressa, perché dovremmo interessarcene noi?
Però è della stagione in toto che dobbiamo parlare. La stagione 11 è stata il nulla. Nessuna trama, nessun episodio memorabile. Dopo 10 episodi (11 con lo speciale) sappiamo dei 4 protagonisti tanto quanto sapevamo nei primi dieci minuti della prima puntata. La stagione 12 cerca di fare esattamente l’opposto. Tanta carne al fuoco, rivelazioni epocali, grandi ritorni, agganci per le stagioni successive, ritmo forsennato.
Parliamo della struttura. Sulla carta è perfetta. Abbiamo un doppio episodio iniziale scoppiettante che finisce con un colpo di scena che definisce la trama della stagione. Due episodi più tranquilli che mantengono comunque riferimenti alla distruzione di Gallifrey, poi il pezzo da novanta. Fugitive of the Judoon sembra un episodio prettamente verticale all’inizio, la classica “avventura della settimana”. Invece, a sorpresa, si trasforma nella puntata chiave della stagione. Seguono altri due episodi di rilassamento e poi The Haunting of Villa Diodati, che fa una cosa simile a Fugitive of the Judoon. Sembra una puntata a sé stante, ma nel finale spunta il Lone Cyberman a sorpresa e si lega al doppio finale. Finale che scuote le fondamenta della serie.
Struttura perfetta, come dicevo. Peccato che le puntate siano poco interessanti, mal scritte e che quello che succede non abbia senso.
Per usare una metafora culinaria, la stagione 11 era un pasto fatto da pappette una dopo l’altra. Alcune erano anche ben cucinate e lo stomaco lo riempiono, ma sempre pappette rimangono. La stagione 12 è un perfetto pranzo completo, antipasti vari, due primi, due secondi, contorni, magari un sorbetto tra le portate, dolce, caffè. Chi ha studiato il menù ha fatto proprio un bel lavoro. Peccato che tutto sia stato preparato da un cuoco pessimo e non c’è niente di buono. Il sorbetto magari rinfresca un po’ e il pane è bello croccante. Se vi basta questo per uscire soddisfatti…
Il vero problema è che la gestione Chibnall sembra sempre raffazzonata. Voleva cambiare la mitologia della serie. Va bene, è cosa buona e giusta rinnovarsi. Però se demolisci qualcosa devi costruire qualcosa al suo posto, altrimenti non rimane niente.
Il Dottore è il Timeless Child. Cambia completamente la storia di Gallifrey e la sua personale. Ma poi ci tiene a precisare che la cosa non cambierà niente, non è il suo passato a definirla. Ok, allora che senso ha avuto creare una trama che non sta in piedi? Non fa cambiare i personaggi, non fa avanzare la trama. Chibnall era così preoccupato di poterlo fare che non ha pensato se lo doveva fare (si, leggetela con la voce di Ian Malcolm).
Non si vede la finalità narrativa in quello che ha fatto Chibnall. Non voglio dire che non ce l’abbia, ma ancora non sappiamo quale sia. E la stagione è finita. È lo stesso problema dei buchi di trama. Se ne sono creati di enormi. Magari Chibnall ha pensato a tutto e ci saranno spiegazioni bellissime. Ma ora siamo fermi per mesi con una storia in cui non torna niente e il cui canone è stato sovvertito senza un motivo. Qualsiasi risposta arriverà troppo tardi.
E poi c’è il Dottore. Sempre passiva, poco interessante. Dopo due stagioni ancora non so chi sia. La cosa peggiore è il suo ruolo in questa stagione. Pensateci, come inizia? In Spyfall il Maestro le fa vedere che ha distrutto Gallifrey e poi le dice di scoprire da sé il perchè, che lui non gliel’avrebbe detto. Così come non è stato facile per lui, non lo deve essere per lei. Ci aspettiamo a questo punto una trama orizzontale in cui il Dottore indagherà sulla distruzione del suo pianeta. Sia chiaro, le indagini possono anche essere off screen e possono addirittura essere fallimentari, ma parrebbe ovvio che il Dottore le farà. Ecco, invece, dopo otto puntate in cui lei una volta va a vedere le rovine da distante, il Maestro la viene a prendere e le spiega per filo e per segno quello che ha scoperto. Il Dottore non ha fatto niente nel mentre! Non è neppure andata nelle rovine a vedere cosa era successo, altrimenti avrebbe notato le centinaia di corpi dei Signori del Tempo congelati dal Maestro. Spiegatemi come posso seguire volentieri le avventure di un personaggio del genere.
Più ripenso a questa stagione e più mi arrabbio. Sembra scritta apposta per infastidire gli spettatori. Ogni volta trovo un nuovo buco di trama, un’occasione sprecata, mi ricordo di una scena scritta male. Ho tagliato pagine e pagine di lamentele, ve le risparmio. Dovrei essere curioso per la prossima stagione? Voglio sapere cosa era la Division e chi (o quando) è Ruth? Sinceramente no, perchè sarà scritta di nuovo con questa perizia e dedizione.
Continuo e continuerò sempre ad amare Doctor Who. Ma come fan pretendo e merito di meglio.
Brig