Recensione in 5 punti 12×07
1 I cattivi. Esseri immortali che ingannano il tedio dell’eternità interferendo con le vite dei mortali sono conoscenze vecchie per i fan di Doctor Who, fin dagli albori della serie (Cosa che viene ricordata esplicitamente citando il Giocattolaio). Questa volta abbiamo due entità complementari, con relativo colpo di scena riguardo a uno dei due. Sono funzionali alla trama e, pur non facendo gridare al miracolo, sono forse i cattivi più memorabili che vediamo da un paio di stagioni. Certo, è più dovuto alla mancanza di concorrenza, ma godiamoci quello che abbiamo.
2 I companion. Il Team Tardis, la Fam, sono personaggi a cui ci siamo affezionati subito, ma che hanno poi stentato a trovare una loro dimensione nella storia. Spesso le loro azioni e opinioni erano completamente interscambiabili. In questa puntata invece sono tutti e tre molto ben caratterizzati, attraverso le loro paure, le loro conoscenze, le loro storie passate. Il flashback di Yaz in particolare è molto interessante e approfondisce il carattere della ragazza come mai prima. Capiamo anche come sia finita a fare la poliziotta e come il rapporto con la sorella non sia monodimensionale. Ma è possibile che questo inizi a succedere quasi dopo due stagioni?
3 I nuovi personaggi. Incontriamo nuovi personaggi che finiscono per essere companion occasionali (sta succedendo spesso in realtà), facendo anche più di un viaggio sul Tardis. I più importanti sono Tibo e Tahira e mi sono piaciuti entrambi. Se Tahira ha il punto di vista di un umano del passato davanti alle meraviglie portate dal Dottore (lo vorrei vedere più spesso, magari con un companion fisso), Tibo sembra servire solo come contraltare di Ryan e come vittima di Zellin. Invece è nel finale che scopriamo della sua condizione, in una scena breve ma molto bella che, invece di scadere nel patetico, risulta anche delicatamente divertente.
4 Nel Tardis. Voglio spendere un punto intero sulla scena finale nel Tardis, in cui abbiamo i quattro protagonisti che semplicemente parlano tra loro. Graham affronta davvero per la prima volta il suo essere malato di cancro e il Dottore è lì per lui, anche senza dare la risposta giusta al momento giusto. Non sono le parole che servono tra amici. Yaz e Ryan si confortano a vicenda e si interrogano sulla loro scelta di accompagnare il Dottore. Scene come questa costruiscono il legame trai personaggi e con lo spettatore, senza urli, mostri, corse o dialoghi serrati. Basta quel momento di tranquillità prima di ripartire per il prossimo viaggio. Come sempre: perchè abbiamo questi momenti solo ora?
5 Aspetti visivi. Un plauso va al comparto visivo delle puntata. Mi è piaciuto praticamente ogni aspetto. L’immagine dei due pianeti che collidono con la prigione in mezzo è splendida. Il mostro di Tahira (non ho intenzione di ricordarmi il nome, però) ha un design interessante da mostro classico, tipo un licantropo, deformato dalle paure di una ragazza con problemi mentali. Zellin è davvero inquietante e le dita che si staccano sono davvero un’immagine potente. Forse la puntata spaventa troppo poco, con le potenzialità che ha, ma è una pecca a cui rimedia con efficaci trovate visive.