RESOLUTION – Recensione di Dalek Oba
Il primo Speciale di Natale che ho visto effettivamente a Natale è stato The Snowmen, nel 2012. Quindi, dopo sei anni di ininterrotta tradizione, è stato un po’ triste arrivare alla sera del 25 dicembre senza potersi stravaccare sul letto, finalmente sola dopo una giornata col parentado, appallottolarsi tra le coperte, bere un tè e guardare il Dottore.
Il Capodanno, al contrario, per me è un momento di fermento, di feste con gli amici, di cinema e passeggiate in centro, di visite ai pochi musei aperti per la giornata. Il primo gennaio era anche il giorno di Sherlock, fino a un paio di anni fa. Quest’anno invece ha segnato il ritorno di Luther, serie che sembrava finita nel 2013… per poi continuare nel 2015 con due “episodi conclusivi”, e poi a sorpresa spuntare fuori questa settimana con la quinta stagione, quattro episodi in quattro giorni (finirà qui? Faranno la sesta? Boh). Di conseguenza, la “real life” prima, e Idris Elba versione detective poi, hanno in qualche modo fatto passare in sordina il fatto che ci fosse uno speciale di Capodanno di Doctor Who. Anche perché, con la stagione finita da poco, dava più l’impressione di un’appendice che di una storia a sé.
E invece.
E invece è successo che Resolution, a dispetto della data di messa in onda a mio parere infelice, della lontananza con la prossima stagione (almeno un anno), e delle critiche che quella appena terminata si trascina ancora dietro, è un episodio che funziona. E funziona pure bene. È un ottimo “stand-alone”, ma la speranza è che possa gettare le basi per una season 12 che trovi finalmente l’equilibrio tra le innovazioni volute da Chibnall e la tradizione del NuWho.
La trama orizzontale come al solito si concentra più sulla vita privata dei protagonisti, specialmente Ryan e Graham, facendole compiere evoluzioni non indifferenti. Anche i personaggi secondari, creati apposta per l’episodio, hanno uno sviluppo e una maturazione nel corso della storia, sottolineando la cura sempre capillare con cui Chibnall è capace di scriverli. La trama principale riprende finalmente elementi del passato che vanno oltre piccole citazioni e battute, e la serie paradossalmente ne risulta svecchiata, come se si fosse tolta di dosso una patina di stanchezza.
Quindi, Buon anno e Buon Resolution! Ora, chi non vuole spoiler si fermi qui, chi non li teme può invece proseguire dopo la foto!
…Ok, ho resistito per addirittura più di mezza pagina senza nominarli, ma ora non ce la faccio più. DALEEEEEEEEK!!!
Tornano i Dalek, anzi, torna un Dalek solo, e mette tutta la paura e l’inquietudine che deve. Perché intendiamoci, io adoro l’era di Moffat, ma i Dalek di RTD erano cattivi e spaventosi, mentre i suoi… uh.
Dell’episodio con Churchill si ricorda di più… Churchill, appunto, piuttosto che i Dalek Rangers; Oswin Oswald si ribella alla sua trasformazione, Twelve fa amicizia con Davros bambino, Missy fa grattini alle corazze, e Rusty ha più le sembianze di un vecchio amico, che di una minaccia. Se da una parte reimmaginare i Dalek li aveva rinnovati, dall’altra alla lunga sembravano mancare le loro caratteristiche originarie, quelle che facevano nascondere i bimbi dietro al divano.
Chibnall in questo caso riesce a trovare un equilibrio, mostrando un Dalek in qualche modo “innovativo”, ma con la sua capacità originaria di instillare terrore. È un Dalek che per la maggiorparte del tempo rimane senza guscio, e diventa un parassita degli umani, che si costruisce da solo e a memoria, che prima spara e poi fa domande. È qualcosa di mai visto prima… ma anche il solito vecchio Dalek che vuole conquistare la Terra e viene fermato dal Dottore.
A tal proposito… forse il Dottore è l’unico personaggio a non subire evoluzioni nel corso dell’episodio, ma va bene così. Superato il primo periodo post rigenerazione, ha capito chi è, e sembra anche piacersi. I suoi momenti di confronto con il Dalek sono comunque da brividi; sono scene tradizionali, che abbiamo visto con ogni Dottore, ma che al tempo stesso non ci stancheremmo mai di vedere.